Si intitola “A Smooth Exit from Eternal Inflation?” ed è complicato anche per gli addetti ai lavori, spiega l’Inaf, ma è l’ultimo studio firmato dal celebre fisico inglese, che ci ha lavorato fino a pochi giorni prima della morte
“Anche questo articolo è ‘eterno’, nel senso che non sono certo che sarà completato entro un tempo finito”, scherzava il fisico belga Thomas Hertog nel luglio scorso, presentandolo al Centre for Theoretical Cosmology dell’università di Cambridge in occasione del 75esimo compleanno di Stephen Hawking. Ora l’articolo, anticipato online ormai da un anno, già ampiamente commentato, soprattutto dopo la morte del suo autore, avvenuta il 14 marzo scorso, è giunto alle stampe.
Lo ha pubblicato la rivista open access Jhep, il Journal of High Energy Physics. Scritto da Hawking ed Hertog e intitolato “A Smooth Exit from Eternal Inflation?” – in italiano Un’uscita morbida dall’inflazione eterna? – con un significativo punto di domanda alla fine, è un articolo destinato a far parlare di sé: più che per l’argomento intrigante, soprattutto per essere l’ultimo studio firmato dal celebre fisico inglese, che ci ha lavorato fino a pochi giorni prima della morte.
L’universo è molto più semplice di quanto lo avesse immaginato lo stesso Hawking ed è più piccolo anche il multiverso, ovvero l’insieme dei possibili universi.
Il compito di dimostrare la validità di questa ipotesi spetta adesso ai rivelatori di onde gravitazionali, che in futuro potrebbero individuare le pieghe primordiali dello spazio-tempo generate subito dopo il Big Bang. Lo sostiene il fisico teorico Thomas Hertog dell’Università Cattolica di Lovanio in Belgio, co-autore dello studio, il cui lavoro è stato supportato dal Consiglio europeo per la ricerca (Erc).
Basato su una matematica complessa e su concetti che spaziano dalla meccanica quantistica alla teoria delle stringhe, “è complicato comprenderne il contenuto persino per gli addetti ai lavori, figuriamoci per noi semplici appassionati – spiega Marco Malaspina di Media Inaf – l’argomento è quello dell’inflazione cosmologica: un periodo, immediatamente successivo al big bang, durante il quale l’universo si sarebbe espanso in modo vertiginoso”.
Lo scorso autunno il fisico inglese aveva criticato in un’intervista l’attuale idea di inflazione eterna che descrive l’universo come un frattale infinito, con un mosaico di differenti universi separati da un ‘oceano’ in continua espansione. Nei suoi ultimi mesi di vita, Hawking ha invece provato a porre dei limiti all’infinità di questa struttura a bolle, arrivando a isolare un insieme circoscritto di universi possibili.