Stefano Patuanelli. Il ministro dello Sviluppo economico illustra le proposte per il rilancio dell’economia
di Carmine Fotina
Ecobonus al 100%, ampliamento degli incentivi 4.0, nuova rottamazione auto, «reshoring» delle imprese, uno sconto diretto alle imprese danneggiate mediante anticipi di liquidità, repowering degli impianti rinnovabili già esistenti e una legge speciale per cantierizzare immediatamente gli investimenti, sul modello Genova. Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, nel giorno dei controlli al ministero in seguito all’incontro cui ha partecipato anche l’assessore lombardo Alessandro Mattinzoli risultato positivo al Covid-19 (controlli dall’esito negativo), risponde al telefono mentre sta ultimando le proposte di misure per l’economia.
Si stima per il Pil una caduta nell’anno tra l’1 e il 3%. Basteranno i 3,6 miliardi preventivati dal ministero dell’Economia?
Sulla carta potrebbe non esserci mai una cifra sufficiente, dire con certezza servono 3-5-10-30 miliardi in questo momento è difficile. Già i dati macroeconomici di un mese fa evidenziavano la necessità di intervenire a sostegno dell’economia reale, ora con gli effetti del coronavirus si impone uno sforzo ben maggiore e tutte le risorse che stanzieremo in modo diretto o negoziando con la Commissione vanno messe su questa emergenza.
Quali misure studia lo Sviluppo economico?
Innanzitutto dobbiamo evitare sovrapposizioni, potenziando ove necessario le misure che già esistono. Penso ad esempio a Transizione 4.0, il piano che ha aggiornato Impresa 4.0. Valutiamo se aumentare le soglie di investimenti incentivabili con il credito di imposta o le percentuali di beneficio fiscale. Inoltre questa crisi può essere l’occasione per stanziare definitivamente le risorse per rendere gli incentivi triennali, dopo che la manovra aveva stabilito un primo impegno su questo punto.
Quanto costerebbe potenziare Transizione 4.0?
Non faccio cifre perché stiamo facendo una valutazione anche del tiraggio delle misure: siamo in emergenza, dobbiamo fare le cose in fretta ma farle anche bene. Poi è necessario anche fare altre cose come rifinanziare i contratti di sviluppo, gli accordi per l’innovazione, gli Ipcei (i grandi progetti di interesse europeo).
Già nelle settimane scorse aveva parlato dell’importanza dell’edilizia. Che interventi prepara su questo fronte?
È fondamentale il potenziamento dell’ecobonus, una misura che con la detrazione al 65% ha incrementato enormemente gli investimenti nell’edilizia che è uno dei nostri pilastri produttivi. Un settore fortemente in crisi da tanti anni che, da un lato, si può rivitalizzare semplificando le opere pubbliche, dall’altro si può spingere portando anche al 100% la detrazione per l’efficienza energetica e accompagnandola con lo sconto in fattura. Forse proprio questa è la misura di shock economico più importante che possiamo mettere in campo. Nel contempo, dovremmo calibrare con attenzione dei meccanismi di salvaguardia per le piccole imprese per garantire che lo sconto in fattura non incida sulla loro liquidità.