Il caos organizzativo del fine settimana e l’immagine della blindatura dell’area economicamente più importante del Paese non hanno aiutato
di Gianni Trovati
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Non è bastata la rassicurante risposta europea di sabato a evitare il tornado alla riapertura dei mercati. Dopo un weekend di caos, oggi gli indici sono crollati e lo spread è volato. Non solo in Italia, in verità. Ma come sempre il nostro debito pone il Paese al centro della bufera.
Contenere gli effetti economici del virus
Per cercare di placarla interviene direttamente il ministro dell’Economia spiegando che le misure decise dal governo con i decreti dei giorni scorsi, e soprattutto con quello atteso in settimana, sono basati su una strategia mirata a contenere gli effetti del virus sull’economia oltre che sulla salute dei cittadini. E non comportano lo stop all’attività manifatturiera, che continua regolare come quella della Pubblica amministrazione secondo quanto sottolinea Via XX Settembre.
Conseguenze su turismo, trasporti e ristorazione
Alcuni settori come il turismo, i trasporti e la ristorazione, riconosce la Nota, subiranno delle conseguenze dalla cura restrittiva pensata per fermare il Coronavirus. Ma, e questo è il punto chiave, è meglio un sacrificio temporaneo e il più possibile limitato rispetto a una crisi a tutto campo dovuta al’assenza di misure di contenimento. Su queste basi, il governo punta a metter in campo decisioni “adeguate” all’entità del problema, in pieno accordo con l’Europa e senza abbandonare il sentiero di riduzione del debito nei prossimi anni, come ribadito dalla richiesta al Parlamento sul deficit aggiuntivo del 2020.
I timori del mercato
La Nota di Gualtieri insomma non fa che ribadire quanto scritto nei documenti ufficiali degli ultimi giorni. Ma il caos organizzativo del fine settimana, e l’immagine di una blindatura dell’area economicamente più importante del Paese seguita poi da interpretazioni di segno opposto non hanno aiutato. E i mercati, evidentemente, dubitano anche dell’efficacia di un ombrello europeo che nonostante le promesse della lettera firmata dal vicepresidente della commissione Dombrovskis e dal commissario all’Economia Gentiloni deve ancora superare le divisioni fra i Paesi e le tappe di una liturgia comunitaria che mal si concilia con i tempi di una crisi in rapidissimo peggioramento.
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