L’esecutivo si prepara a rafforzare il provvedimento omnibus in arrivo ma evitando di prosciugare la “riserva” di disavanzo autorizzata dal Parlamento
di Marco Rogari e Gianni Trovati
2′ di lettura
Rispettare per l’ultima volta il tetto del 3% di deficit in attesa che da Bruxelles arrivi in via ufficiale il via libera ad escludere dal Patto di stabilità tutte le spese per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.
Preoccupato per la repentina reazione dei mercati finanziari alle dichiarazioni della presidente della Bce, Christine Lagarde, che hanno fatto da corredo ai primi “aiuti” decisi dalla Banca centrale europea senza toccare però i tassi, il Governo si prepara a rafforzare il decreto omnibus in arrivo ma evitando di prosciugare la “riserva” di disavanzo autorizzata dal Parlamento. Non più di 12-13 miliardi di deficit sui 20 complessivi comunicati alla Ue dovrebbero essere utilizzati per le nuove misure che, tenendo conto degli interventi privi di impatto sull’indebitamento netto della Pa, farebbero salire la massa spendibile con il Dl a 15-16 miliardi: 2 o 3 in più rispetto ai 12 annunciati dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, al momento di chiedere l’ok delle Camere alla possibilità di arrivare nelle prossime settimane, se necessario, fino al 3,3% di disavanzo.
Raddoppia la dote per ammortizzatori, lavoro e sanità
L’estendersi dell’emergenza su tutto il territorio nazionale e le pressioni dei singoli ministeri, ma anche delle forze sociali, stanno facendo lievitare di ora in ora il conto delle richieste che arrivano sul tavolo dei tecnici del ministero dell’Economia per gli interventi da varare. Soltanto per gli ammortizzatori sociali e le misure di sostegno al lavoro, come i congedi parentali, si dovrebbe passare da 2,5 a 4-5 miliardi. Di dimensioni solo leggermente inferiori si annuncia la dote complessiva per puntellare il Servizio sanitario nazionale, dotando di dispositivi medici, apparecchiature (in primis per la rianimazione) e soprattutto posti letto. Nel pacchetto ci dovrebbero essere anche le risorse da garantire alla Protezione civile per requisire alberghi e altre strutture dove allestire delle nuove “aree per la quarantena”. Almeno un altro miliardo dovrebbe essere destinato al potenziamento del fondo di garanzia per le Pmi. Dagli uno ai due miliardi dovrebbero essere assorbiti dallo stop a futuri e finanziamenti a breve scadenza. Nel menù ci sono poi gli eventuali incentivi alla cessione dei crediti deteriorati (poco meno di un miliardo il costo su base annua), altri interventi di sostegno alle imprese e, soprattutto, le misure fiscali.
Per il decreto soglia del 3% di deficit
Se le dimensioni del decreto dovessero davvero rivelarsi quelle ipotizzate nelle ultime ore, l’asticella del deficit raggiungerebbe il 2,8-2,9%, con al massimo due decimali in più del 2,7% evocato dallo stesso Gualtieri in Parlamento per il varo del provvedimento, rimanendo così ancora una volta sotto la soglia del 3 per cento. Con la speranza di mandare, almeno sulla carta, un messaggio tranquillizzante si mercati, anche alla luce dell’andamento dello spread nell’ultimo mese che ha visto il differenziale tra Bund e BtP decennali lievitare di circa 100 punti.
Per approfondire:
● Coronavirus, Bruxelles pronta a sospendere il Patto di stabilità
● Coronavirus, Borse: l’Europa tenta il rimbalzo, scatta Piazza Affari. Spread in area 255