Si punta a riunioni ristrette maggioranza-opposizione per le modifiche con pochi passaggi in Commissione. Audizioni sostituite da memorie scritte. Obiettivo: disco verde di Palazzo Madama entro l’8 aprile e invio del testo unificato dei Dl Coronavirus alla Camera
di Marco Rogari
3′ di lettura
Una corsa contro il tempo, anche a causa della necessità delle Camere, chiamate già da diversi giorni a fare i conti con gli effetti del Coronavirus, di adottare un regime sostanzialmente ridotto dei lavori. È quella che sta per scattare al Senato per convertire in legge entro metà aprile il decreto Cura Italia, nel quale in corsa confluiranno gli altri due Dl sul Covid-19 già all’esame del Parlamento: il secondo in ordine cronologico sull’emergenza sanitaria (denominato decreto Coronavirus bis) e quello in materia giudiziaria. Accantonata, almeno per il momento, per lo stop dell’opposizione l’ipotesi di una procedura accelerata, magari anche con il ricorso a una Commissione parlamentare speciale, a Palazzo Madama per ridurre le sedute e rendere più agile l’iter si sta provando ad adottare il “modello manovra”. In altre parole, come è accaduto in occasione del cammino parlamentare dell’ultima legge di bilancio, si punterebbe a concordare modifiche mirate al testo in riunioni ristrette di maggioranza e opposizioni e consentire così alla commissione Bilancio, che ha il compito di esaminare il testo, di convocarsi per poche sedute e votare i ritocchi in tempi stretti. Il testo passerebbe poi all’Aula dove verrebbe approvato rapidamente per poi essere inviato alla Camera per la seconda lettura, alla quale, per consentire anche a Montecitorio di correggere il testo, ne dovrebbe una terza e ultima. L’obiettivo è consentire al Senato di apporre il primo sigillo entro l’8 aprile.
Ritocchi in Commissione martedì 27 marzo
Il cammino vero e proprio in Commissione del decreto Cura Italia comincerà martedì 24 marzo. Il termine per la presentazione degli emendamenti dei gruppi parlamentari è stato fissato per venerdì 27 marzo alle ore 19. Il 31 marzo è invece la scadenza per la formalizzazione dei sub-emendamenti. Nell’arco di tempo compreso tra queste due date dovrebbe arrivare il maxi-correttivo del Governo per far confluire nel “Cura Italia” i due provvedimenti urgenti collegati all’emergenza Coronavirus già all’esame del Parlamento. In particolare, entreranno nell’ultimo testo le parti ancora attuali dei precedenti Dl facendo salvi gli effetti già prodotti dalle misure contenute in questi due decreti.
Memorie scritte al posto delle audizioni
A causa delle disposizioni di sicurezza per l’emergenza Covid-19 adottate dalle due Camere non si svolgerà a Palazzo Madama il consueto ciclo di audizioni. Almeno non nelle forme consuete. Entro mercoledì 25 marzo alle ore 12 dovrebbero comunque arrivare in Commissione le memorie scritte dei soggetti e organismi tradizionalmente auditi (da Bankitalia all’Upb, da Confindustria ai sindacati). Al momento non sarebbe prevista l’audizione del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ma la richiesta potrebbe arrivare dall’opposizione.
Il rapporto maggioranza-opposizione
Il Governo si è dichiarato pronto a valutare richieste di correzione mirate dell’opposizione e spera di spuntare un ampio via libera parlamentare alle misure urgenti varate. Il no della Lega a un esame del Dl Cura Italia con procedura speciale e accelerata ha fatto nuovamente salire la tensione. Con la maggioranza che teme che il Carroccio voglia ricorrere all’ostruzionismo magari per spuntare l’ok ad alcune sue modifiche prioritarie (dal fisco alle carceri). Anche se i colloqui avuti dal Capo dello Stato con i leader della Lega, Matteo Salvini, di Fdi, Giorgia Meloni, e di Fi, Silvio Berlusconi, dovrebbero contribuire indirettamente a rendere più agevole un percorso condiviso. E a questo proposito Daniele Manca, capogruppo del Pd in commissione Bilancio al Senato, afferma: “il decreto legge Cura Italia non è blindato, il lavoro in Parlamento servirà a migliorarlo”, in un’ottica di dialogo maggioranza-opposizione”.
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