Pubblicato il: 24/03/2020 12:03
di Antonella Nesi
“Sono orgoglioso di portare in televisione un medico proprio in queste settimane. Andrea Fanti è il medico che tutti vorremmo incontrare entrando in un ospedale. E la cosa ancora più bella è che questo personaggio è ispirato ad un medico che esiste realmente e che è impegnato in questo momento a Lodi nella lotta al coronavirus“. Luca Argentero, intervistato dall’Adnkronos, non nasconde l’emozione che accompagna il debutto, il 26 marzo in prima serata su Rai1, della nuova serie ‘Doc – Nelle tue mani’. Il medical drama, che andrà in onda per quattro giovedì sulla rete ammiraglia del servizio pubblco, prodotto da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction e diretto da Jan Maria Michelini e Ciro Visco, è infatti ispirato alla storia vera del medico Pierdante Piccioni (raccontata nei libri “Meno dodici” e “Pronto Soccorso”, Mondadori), primario al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Lodi che, a seguito di grave incidente stradale ha perso 12 anni di memoria. Ma non si è mai arreso, ed è diventato uno degli ‘eroi’ in prima linea contro il Coronavirus, nel 2020. “È proprio il momento giusto – sottolinea l’attore – per raccontare un’eccellenza che in questi giorni è sotto gli occhi di tutti ma che esiste da sempre. Di solito di medici purtroppo si parla quando qualcosa va male, non si raccontano le centinaia di migliaia di volte in cui le cose vanno bene. Perché non fa notizia la normalità. Oggi li chiamiamo eroi ma lo sono sempre. Oggi abbiamo capito che fare il medico non è un mestiere ma una vocazione”.
“Siamo partiti dalla straordinaria e avvincente storia vera del dottor Pierdante Piccioni – spiega Luca Bernabei, Ceo di Lux Vide – per arrivare a raccontare una grande storia di speranza. La speranza che nasce dalla dedizione nel prenderci cura gli uni degli altri. La dedizione che ammiriamo nel lavoro di quegli eroi moderni che sono i medici. La dedizione che ci rende umani”.
Nella fiction, la causa della perdita di memoria del protagonista, Andrea Fanti, è il colpo di pistola esploso in una sala d’attesa dell’ospedale dal padre di un paziente deceduto nel suo reparto. Anche questo un argomento di tragica attualità: “Purtroppo sì – dice Argentero – e spero che quello a cui stiamo assistendo in queste settimane porti le persone ad una riflessione e a far sì che episodi di aggressione a medici e sanitari non accadano mai più“.
La storia di ‘Doc’, dopo il risveglio dall’intervento chirurgico è durissima: riconosce i colleghi ma li trova invecchiati; non ricorda della morte del figlio ed è costretto a vivere una seconda volta il lutto; non riconosce la figlia che ricorda bambina; non ricorda di essersi separato dalla moglie (Matilde Gioli), che è direttore sanitario dell’ospedale in cui lavora e che vorrebbe riconquistare. “Questa fiction racconta dell’importanza del prendersi cura di qualcuno, che sia il medico con il paziente o chiunque di noi con un proprio caro o con un vicino di casa poco importa. Mai come in questo momento questa è l’unica cosa che conta”, commenta Argentero. Che dell’emergenza coronavirus dice: “Come tutti, anche io all’inizio sono stato preso un po’ alla sprovvista. E questa realtà così inimmaginabile qualche tempo fa mi ha colpito ancora più intensamente dopo aver girato questa serie. Perché tutti, dai registi agli attori, abbiamo fatto un training al Policlinico Gemelli di Roma. Ci siamo immersi in quella realtà da osservatori privilegiati, che era l’unica maniera per sperare di essere minimamente credibili”, sorride Argentero. Che sta vivendo una quarantena del tutto speciale, con la compagna Cristina Marino in dolce attesa del loro primo figlio: “Ovviamente – confessa l’attore – avremmo preferito un’atmosfera un po’ più rilassata ma forse non c’è una situazione più giusta di questa per proiettarsi nel futuro. La nostra sarà la ripartenza migliore che esista al mondo. Quanto alle giornate, scorrono veloci, perché Cristina è la mia personal trainer da quando la conosco, quindi mi tiene sempre in allenamento“, ironizza.
Girata quasi tutta alle porte di Roma, dove negli studi Lux di Formello è stato ricostruito l’ospedale (tranne alcune scene girate al Policlinico Ambrosiano di Milano), la serie è tra le lavorazioni che hanno subito uno stop con l’emergenza Covid-19: “Ora vanno in onda quattro serate. E altre quattro sono state rimandate all’autunno, perché c’è ancora qualche piccola scena da girare ma soprattutto c’è tutto il lavoro di postproduzione che non si può fare in smart working”.
Dei provvedimenti messi in campo dal governo anche sulla filiera dell’audiovisivo, Argentero rimanda ogni valutazione alla fine dell’emergenza: “È talmente lungo l’elenco dei comparti coinvolti che è tutto prematuro. Se tra poche settimane ne saremo fuori allora sarà stato solo un periodo sabbatico. Se invece questa situazione si protrarrà è chiaro che andranno fatte delle valutazioni diverse e interventi diversi. Ma ora bisogna pensare alle necessità primarie”, dice l’attore, la cui interpretazione nei panni di Andrea Fanti viene promossa a pieni voti dai produttori della serie.
“Nasce – dice il direttore di Rai Fiction, Eleonora Andreatta – un nuovo protagonista, il dottor Andrea Fanti, un medico dall’arroganza decisionista con i pazienti, che per un colpo di pistola perde la memoria degli ultimi dodici anni e per ricominciare intraprende la strada opposta, l’empatia e la comprensione degli altri. Luca Argentero si gioca al meglio sul doppio, difficile, versante. Di questa storia ci ha convinto la profondità umana, in un luogo come un ospedale, dove tutti lottano sul fronte della vita”.
“Anche per questa serie, come per tutte le altre targate Lux Vide – aggiunge Matilde Bernabei, presidente Lux Vide – abbiamo scelto un protagonista che si prende cura degli altri, della sua comunità. L’abbiamo fatto con un approccio innovativo al racconto anche dal punto di vista visivo. Il nostro team ha lavorato ininterrottamente per 3 anni allo sviluppo di questa serie, che ha già riscontrato notevoli interessi sul mercato internazionale, sia per la versione italiana, che per il format”.
Ogni puntata tratta diversi casi clinici che i protagonisti riusciranno a risolvere non solo grazie alle loro competenze scientifiche, ma anche alla progressiva scoperta delle vite private dei pazienti, che a poco a poco riveleranno aspetti segreti, dimenticati o trascurati. Ciascuno avrà una seconda occasione per riconsiderare alcuni capitoli della propria vita come una relazione segreta, un legame nascosto, un vizio clandestino. In ogni episodio i personaggi coinvolti nel caso medico – dal paziente, ai suoi parenti, ai medici – ne usciranno più consapevoli. “È stata una lavorazione molto impegnativa ma sono molto soddisfatto del risultato – conclude Argentero – ora spero che da giovedì lo siano anche gli spettatori“.
Adnkronos.