Al via un esperimento scientifico collettivo che coinvolge comuni cittadini per misurare la luminosità del cielo dal balcone di casa, durante i giorni in cui si è costretti a rimanere nelle proprie abitazioni per l’emergenza coronavirus. L’idea è venuta a due ricercatori italiani, Alessandro Farini, dell’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ino) e Luca Perri, astrofisico e divulgatore scientifico, che l’hanno lanciata sui social con l’hashtag ‘#scienzasulbalcone’.
Basta scaricare un’app gratuita (dal sito https://sites.google.com/view/scienzasulbalcone) con la quale misurare la luminosità dell’ambiente in cui ci si trova. Il primo appuntamento è la sera del 23 marzo, con una diretta per spiegare l’esperimento e una prima raccolta dati, alle 21, seguita da altre due le sere del 24 e 25 marzo. Lo spunto nasce da questi giorni di isolamento, in cui tanti italiani si danno appuntamento alla finestra o ai balconi per cantare, o illuminare il cielo notturno con il cellulare per essere fotografati dai satelliti. In realtà, spiegano gli esperti, la luce di uno smartphone non può essere rilevata da un satellite, ma questo insolito flash mob ha fatto nascere nei due ricercatori l’idea di sfruttarla non per essere visti, ma per studiare la volta celeste.
“Si tratta – spiegano – di un esperimento di scienza partecipata, a cui tutta la popolazione può dare il suo contributo, direttamente da casa propria, aiutando così i ricercatori a mappare la situazione dell’inquinamento luminoso lungo tutta la penisola italiana”.