Dr. James M. Bradburne, Direttore Generale Pinacoteca di Brera e Biblioteca Braidense | © Federico Ciamei
James Bradburne parla di Piero della Francesca in un messaggio a ARTE.it
Piero della Francesca è uno di questi amici. Lo conosco come il matematico, tra i migliori del Rinascimento. L’artista ha scritto sulla prospettiva, sull’abaco. Si era dedicato ad Archimede e a divulgare i suoi studi nel corso del Rinascimento.
Vi è un rigore matematico in ogni quadro di Piero della Francesca. Nel Battesimo di Cristo, conservato alla National Gallery di Londra, nella Flagellazione di Cristo alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, nella bellissima Madonna del Parto a Monterchi, e anche nella Pala conservata a Brera. Ogni quadro è sereno, musicale. Ogni opera è un atto di devozione all’ideale platonico.
Però adesso, in questa crisi senza precedenti, la contemplazione delle opere di Piero della Francesca è diversa. In questo momento io vedo altre cose nel quadro: vedo un assembramento, però senza paura, una folla senza mascherina. Una figura inginocchiata, corazzata contro i nemici, non armata contro un invisibile nemico. Sopra lo loro testa un uovo divino, simbolo della nascita e della rinascita che ci aspetta a ogni Pasqua, però quest’anno forse arriverà più tardi. Però la rinascita ci sarà. Aspetto con impazienza di rivedere presto il mio amico Piero, ma quando sarà possibile? Nel frattempo il cuore di Brera continua a battere.