(ANSA) – ANCONA, 27 MAR – Il 28 febbraio le difficoltà respiratorie, la febbre e poi la conferma di essere positivo al coronavirus, il primo ad Ancona; dopo 22 giorni di ricovero in vari reparti degli ospedali di Torrette di Ancona e Chiaravalle, il ritorno a casa. Paolino Giampaoli, 45 anni, giornalista sportivo con l’Ancona nel cuore, racconta in un lungo post su Facebook la fine di un incubo e la vittoria più bella: battere il coronavirus grazie agli “angeli della corsia”, medici, infermieri, Oss, vicini per assisterlo e confortarlo, operatori di Croce Gialla e Croce Rossa e amici. “Grazie a Dio, ai medici e al personale sanitario, – scrive – anche stavolta sono qui a raccontarla”. Con il secondo tampone negativo Paolino ha ‘chiuso’ con il virus che però nel frattempo ha ucciso la zia 79enne: “Finalmente sono a casa con mio zio a stringere i denti e andare avanti in questo mondo difficile che mi ha tolto anche zia. Ora devo pensare a lui e riprendere dopo 22 giorni di ricovero la mia ‘normalità’ quotidiana”.