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Un’emissione speciale di titoli di Stato per gli italiani «con condizioni vantaggiose», propone il leader della Lega Matteo Salvini. Li definisce «Bot di guerra», per far fronte alla grave crisi sanitaria ed economica che sta attraversando il Paese. Un’operazione fattibile?
Il calendario fissato dal ministero dell’Economia
L’emissione di titoli del debito pubblico segue normalmente nel nostro paese un timing e un programma fissato dal ministero dell’Economia. Tanto per farsi un’idea, per finanziare il nostro ingente debito pubblico, il Tesoro emette circa 400 miliardi di titoli l’anno. Titoli a breve, media e lunga scadenza che vengono rinnovati quando vanno in scadenza, tenendo conto della durata media del nostro debito (attualmente fissata a 6,87 anni) secondo un calendario che viene fissato all’inizio di ogni anno. Come si legge nel sito del Mef, il Tesoro italiano «privilegia il metodo dell’asta pubblica per le emissioni sul mercato interno», e in alcuni casi come per l’emissione del Btp Italia indicizzato all’inflazione italiana è stato introdotto un nuovo meccanismo di emissione che utilizza la piattaforma elettronica Mot (mercato obbligazionario regolamentato dedicato alle negoziazioni al dettaglio) di Borsa italiana.
L’asta
L’emissione speciale di Bot offerti agli italiani dovrebbe dunque avvenire attraverso un’asta che non è compresa nell’attuale calendario e quindi non rientra nelle “linee guida” della gestione del debito pubblico per il 2020. L’emergenza, si può obiettare, è tale da imporre soluzioni fino a poche settimane fa impensabili. La risposta al quesito se si può fare è in questo caso «tecnicamente sì». Anche se l’emissione di un titolo a breve come il Bot andrebbe in controtendenza rispetto alla strategia in atto ormai da anni che punta a privilegiare l’emissione di titoli a più lunga scadenza. I Bot, molto utilizzati negli anni Settanta quando l’inflazione viaggiava a due cifre (si parlava allora di “Bot-people”), servivano a offrire rendimenti a breve ai sottoscrittori cosi da compensarli dall’erosione dei redditi causata appunto dall’impennata dei prezzi. È quella che gli economisti definiscono “l’illusione monetaria”.
Bot riservati agli italiani?
La risposta al quesito è che la proposta è tecnicamente irrealizzabile. Nel caso della proposta avanzata da Salvini, il tema della gestione del debito pubblico dovrebbe tornare ad essere gestito all’interno dei confini nazionali, se pur per una sola emissione. Il problema è che la maggior parte dei titoli pubblici è detenuta dal mercato. In termini di Pil, siamo attorno all’80%, suddiviso tra il 53% in mano a operatori italiani e il 27% in mano a operatori esteri. Quindi è il mercato a decidere.
Il tema dei rendimenti
Salvini ipotizza rendimenti «a condizioni vantaggiose» per gli italiani sottoscrittori dei “Bot di guerra”. Il problema è che il rendimento dei bond sovrani viene determinato dal mercato, seguendo l’andamento dei tassi e dello spread, e dunque molto ha a che fare con le direttrici della politica monetaria in capo alla Banca centrale europea, ma anche sul livello di affidabilità dei singoli paesi. In linea teorica si potrebbe anche emettere un titolo di Stato a breve offerto in asta a un rendimento superiore ai prezzi di mercato. La conseguenza sarebbe che i titoli omologhi già emessi e trattati sul mercato secondario subirebbero per pressione stessa del mercato una pari spinta al rialzo dei rendimenti. Il risultato sarebbe l’ulteriore impennata della spesa per interessi. Si potrebbero studiare soluzioni alternative e agevolative per i sottoscrittori italiani come quelle utilizzate per il Btp Italia.