(ANSA) – PALERMO, 2 APR – Le mafie potrebbero investire nel turismo, tra i settori più esposti alla crisi economica determinata dall’emergenza coronavirus. L’allarme arriva dallo studio “L’impatto del coronavirus sulle infiltrazioni della criminalità organizzata” realizzato da Transcrime-Università Cattolica. La ricerca parte da dati preoccupanti che raccontano di un 10% di imprese a rischio default se la crisi non si arresta entro l’anno e della gravissima crisi di liquidità che vivono le attività economiche del Paese. E denuncia il rischio che clan possano concentrare le loro attenzioni su ambiti nuovi: come il turismo e tutto ciò che intorno ad esso ruota, la ristorazione, l’attività ricettiva, i trasporti, settori travolti dal lockdown.
Di capacità delle mafie di fiutare gli affari e di infiltrarsi nell’economia legale, anche grazie all’enorme quantità di denaro da riciclare di cui dispongono, parla il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. “Le organizzazioni mafiose più forti sanno cogliere tutte le opportunità in cui c’è da lucrare e questa è una cosa che ora potrebbe non riguardare solo l’Italia, ma anche gli altri Paesi almeno europei attraversati dall’emergenza e che poi dovranno ripartire”, dice.
Mentre Andrea Carnì, ricercatore universitario in Studi sulla criminalità organizzata sottolinea come questa, nell’emergenza, possa aumentare il consenso sociale. (ANSA).