Riccardo Fraccaro. Il sottosegretario a Palazzo Chigi: aiutare le intere filiere, devono ripartire appena possibile
di Giorgio Santilli
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«Stiamo varando un intervento epocale, centinaia di miliardi di liquidità alle imprese garantiti dallo Stato. Non ricordo qualcosa del genere nella storia, è il momento drammatico a richiederlo. Ma dobbiamo fare ancora di più, una grande alleanza fra lo Stato e l’impresa per salvare il nostro tessuto imprenditoriale, questa è la priorità assoluta perché diversamente le conseguenze sarebbero disastrose. C’è il pericolo della desertificazione delle principali filiere del Paese da scongiurare. Per ricostruirle servirebbero anni e anni, questo non possiamo permettercelo. Dobbiamo invece ripartire appena possibile salvaguardando il tessuto produttivo con la garanzia dei pagamenti delle imprese di ogni dimensione». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, passa la domenica fra riunioni per mettere a punto il decreto legge liquidità che oggi andrà al Consiglio dei ministri. Un capitolo che il decreto affronterà, oltre alla liquidità, è la difesa delle nostre imprese da scalate ostili e da crisi finanziarie che ne minerebbero la sopravvivenza. «Abbiamo annunciato – spiega Fraccaro – il rafforzamento e l’estensione del Golden power. Ma non stiamo lavorando solo alla difesa normativa delle nostre imprese da scalate ostili, bensì anche a una difesa sostanziale, economica, per arginare gli effetti di un possibile impoverimento del loro capitale in questa fase. Siamo pronti a un intervento pubblico di emergenza nel capitale delle imprese».
Sottosegretario Fraccaro, questo è un cambio di passo del vostro intervento. Ci sarà una norma nel decreto per favorire queste operazioni?
Stiamo valutando se serva una norma. Abbiamo già strumenti in Cassa depositi e prestiti, per esempio, per fare questo tipo di interventi nel capitale delle imprese. Si tratta di adattarli e potenziarli, se serve. Sia il governo che Cdp stanno lavorando intensamente a questo aspetto che consideriamo decisivo, sempre nella finalità di salvare il nostro tessuto industriale.
Non si rischia una nazionalizzazione dell’economia italiana?
Ho detto che l’intervento deve essere temporaneo e sollecitato da una condizione di emergenza. Non si tratta di una nazionalizzazione dell’intera economia quanto di un intervento pubblico a tutela di specifici settori. Ripeto: in questo momento serve una grande alleanza fra Stato e impresa.