Sara’ un’estate senza viaggi: “non sara’ pensabile prendere l’aereo per andare in vacanza”, “non sara’ quello il mondo in cui ci troveremo”. La scommessa e’ invece convivere con il virus SarsCoV2 e fare il possibile per evitare che una seconda ondata, ha detto all’ANSA il fisico Alessandro Vespignani, esperto di sistemi complessi e direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston.
“Ora l’Italia e’ in un trend positivo, che speriamo di vedere rafforzato nelle prossime settimane, ma non correrei ad allentare le misure di contenimento perche’ i casi sono ancora molti”. Per l’esperto la cosa piu’ urgente e’ “fornire gli strumenti per uscire dall’emergenza nel modo piu’ sicuro: non vogliamo tornare a una situazione pre-ondata” e per questo vanno evitare decisioni affrettate: “valutiamo settimana per settimana per guardare qual e’ il trend e decidere di conseguenza, sulla base della preparazione acquisita e delle misure che messe in campo”. Per la fase 2 si potrebbe provare, per esempio, ad allentare alcune misure in alcune aree, “ma molto dipende dal modo come la popolazione risponde quando si comincia a tornare alla normalita'”. Di certo e’ “impensabile restare in una situazione come questa per mesi e mesi” e la chiusura di questa fase “potrebbe arrivare nelle prossime settimane, ma attualmente e’ impossibile dire quando”.
Ci aspetta un lungo periodo di convivenza con il virus nel quale bisognera’ continuare a rispettare la distanza di sicurezza e l’uso della mascherina: “queste regole, con il telelavoro, aiuteranno ad affrontare l’uscita”. Di certo “la fase 2 continuera’ a lungo. Non possiamo immaginare una guerra vinta perche’ avremo altre battaglie, ne’ si puo’ pensare di tornare alla normalita’ piena in luglio o agosto” e “servira’ un’enorme cautela nei viaggi internazionali”. In sostanza, ci troviamo davanti a “un processo che vedo per i prossimi 6-8 mesi”.
La cautela e’ la prima arma per evitare una seconda ondata dell’epidemia: “e’ una sconfitta considerarla un dato di fatto”, ha detto Vespignani. “Se domani tornassimo alla normalita’, l’epidemia riprenderebbe il suo cammino. Finora abbiamo fatto sforzi incredibili per strangolarla e adesso la sfida e’ controllarla”. Per questo bisognera’ fare i test per ridurre i numeri attuali, solo dopo si potra’ pensare a riaprire la produzione industriale e a ricominciare ad avere una mobilita’ interna. “Dobbiamo infine ricordare – ha aggiunto – che l’Italia ha due storie rispetto all’epidemia, con un Nord piu’ colpito ma piu’ preparato e un Sud con meno esperienza, che potrebbe rischiare di avere focolai che si muovono piu’ velocemente. Occorre – ha concluso – un’enorme cautela”.