In un momento storico unico , in cui lo Stato italiano chiede, a gran voce, di rimanere a casa per bloccare il contagio da Coronavirus, ci ritroviamo chiusi in casa bloccati e privati di quelle abitudini giornaliere che riempivano le nostre giornate, la nostra vita: la scuola, il lavoro, le attività, gli hobby…
In tutto questo marasma e in piena emergenza chi ne risente di piu’ non sono solo gli adulti ,ma soprattutto i ragazzi e la scuola.
Alunni, insegnanti, genitori si sono attrezzati con l’apertura di piattaforme, creando classi virtuali e registri elettronici riempiti di compiti, che a momenti, diventano valanghe da arginare per le famiglie. La didattica a distanza e’ un metodo non ancora collaudato a livello nazionale, ma purtroppo o per fortuna necessario in questo periodo di emergenza coronavirus: canali Whatsapp, audiolezioni, video, piattaforme, mail, chi più ne ha più ne metta.
Ragazzi che svolgono gli elaborati e li inviano ai docenti via mail, da parte loro, gli insegnanti correggono in modo più analitico possibile e inviano il file di correzione (il più dettagliato possibile) agli alunni,e tutto questo per gli alunni piu’ grandi e indipendenti, ma per i piu’ piccoli questo lavoro e’ affidato ai genitori, ed e’ qui che tutto cambia!!
Così voglio raccontarvi l’esperienza e la testimonianza di un papa’ alle prese con la didattica a distanza e le chat di classe delle sue due figlie, la piu’ grande in terza elementare la piu’ piccola in prima , che ha scritto un post divertente per la Ministra Azzolina che qui appresso vi riporto:
POST DI UN PAPA’ DISPERATO ALLE PRESE CON LA DIDATTICA A DISTANZA
Caro Ministro Azzolina,
“Sono un papa’ di due figlie. Una di terza elementare, l’altra di prima elementare.
Noi non ci conosciamo.
Anche se, pur non sapendo della sua esistenza, il giorno che hanno chiuso la scuola delle mie figlie ho detto esattamente “Azzolina! E adesso?”.
Poi hanno chiuso anche il mio lavoro, ci hanno confinato un casa e ho smesso di dire Azzolina e ho incominciato ad usare espressioni un po’ meno vetuste.
Caro Ministro Azzolina
Adesso il problema e’ che la madre della mie figlie, che e’ molto piu’ furba di me la mattina non c’e’.
E quindi i compiti, annessi e connessi toccano a me.
Ministro, abbia pazienza !
Io non ne posso piu’.
Ho ristudiato il neolitico, il paleolitico, le frazioni, il corsivo minuscolo,
il ciclo delle stagioni (che gia’ sapevo) e due e dico DUE poesie di Pasqua a memoria.
Che tra l’altro tanto chi vuole che venga a pranzo a Pasqua?
La casa ormai e’ un cumulo di macerie.
Il bagno credo stia in fondo a destra dopo il terzo mucchio di
panni/giocattoli/pongo/pittura/.
La camera delle mie figlie pare il covo del professore.
Non un suo dipendente. Quello della casa di carta.
Mi aspetto che inizino a chiamarmi per trattare da un momento all’altro.
Le mie figlie stanno lentamente regredendo a livelli precedenti appunto il paleolitico.
Sono perfettamente in grado di fabbricare armi per la caccia, accendere un fuoco (in salotto), cacciare gatti per pranzo .
Ma convincerle a studiare diventa sempre piu’ opera da delegato delle nazioni unite.
E’ fosse solo quello…
Ministro Azzolina, ha mai fatto parte di una chat di classe?
Un disastro. Intanto perche’ le chat si sono moltiplicate.
Quella con la maestra, quella senza la maestra, quella con la maestra di inglese,
quella con le mamme delle amiche piu’ strette delle mie figlie tutto moltiplicato per due.
In un delirio costante di “buongiornissimi caffè”,
“questa a rotto co sti compiti(si ministro lo so che ci andrebbe l’h ma lo sappiamo solo io e lei)”,
”facciamo la foto, facciamo il lavoretto, facciamo l’arcobaleno ?,
Tutto cio’ mentre le maestre indossando camicie caraibiche e
bevendo molti mojito mandano compiti col ghigno sadico di chi gusta la propria vendetta.
Le maestre fanno anche il trenino collegate tra loro via Skype.
Sulle lezioni on line inutile dire nulla.
Dovro’ scrivere un post dedicato, Ministro Azzolina!
Ministro Azzolina ! Lei deve fare qualcosa.
La salute prima di tutto.Bene!
Ma anche la salute mentale di tutti noi e’ salute.
Io glielo chiedo col cuore in mano.
Trovi una soluzione per riaprire le scuole.
E lasciarle aperte fino ad agosto.
Tutto un ciclo unico senza interruzione estiva.
Neanche a Ferragosto.
Gliele mando coi guanti.
Con la mascherina.
Sotto vuoto.
Impacchettate.
Faccia lei.
Ma faccia in fretta”.
UN PAPA’DISPERATO
Sandra Caschetto