Nell’ex Finmeccanica testa a testa tra Profumo e Giordo. All’Eni il M5S vuole un presidente forte come condizione per la conferma di Descalzi. Donnarumma verso Terna, battaglia su Mps
di Gianni Dragoni
Scontro finale sulle nomine delle grandi aziende di Stato tra Pd e Cinque Stelle. Dopo le fumate nere dei giorni scorsi, oggi è prevista una nuova riunione nella maggioranza, insieme al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Ma difficilmente oggi potrà essere raggiunto un accordo conclusivo. Le liste con i candidati ai cda per i prossimi tre anni potrebbero essere ufficializzate domani dal Mef per le sette società con i vertici in scadenza. Se non si riuscirà a trovare un’intesa domani si potrebbe arrivare a lunedì 20 aprile.
Eni e Leonardo le partite più calde
Il Pd si è presentato al tavolo cercando di difendere gli ad uscenti, tutti nominati da precedenti governi del Pd (Renzi nel 2014 e Gentiloni nel 2017), ma il M5S rivendica alcune posizioni alla guida delle società, senza accontentarsi delle presidenze. Eni e Leonardo sono i dossier più caldi. Per il gruppo energetico il Pd fa muro alle obiezioni dei 5S per le vicende giudiziarie dell’ad Claudio Descalzi, che è sotto processo a Milano insieme all’ex ad Paolo Scaroni per la presunta tangente che Eni avrebbe pagato in Nigeria per un miliardo e 92 milioni di dollari durante la gestione Scaroni (è imputato anche Luigi Bisignani, all’epoca Descalzi era il numero due di Scaroni). Inoltre Descalzi è indagato con l’accusa di conflitto d’interessi per appalti per 300 milioni di dollari affidati dall’Eni in Congo a società ricondicibili alla moglie dell’ad dell’Eni, Marie Magdelene Ingoba. Descalzi ha detto di essere innocente nella vicenda nigeriana e di non aver avuto un ruolo nelle decisioni sugli appalti petroliferi alla moglie. Il M5S potrebbe bere l’amaro calice della conferma di Descalzi per un terzo mandato ma chiede una presidenza forte all’Eni e vuole indicare il nuovo ad di Leonardo, l’ex Finmeccanica, al posto di Alessandro Profumo.
Per la presidenza Eni Calvosa o Bernabè
Per la presidenza dell’Eni sembra tramontata la candidatura di Gianni De Gennaro, l’ex capo della polizia che da sette anni è presidente di Leonardo. Il M5S potrebbe candidare la professoressa universitaria di diritto commerciale Lucia Calvosa, già nel cda di Telecom e da cinque anni nel cda della Seif, la società editrice del Fatto Quotidiano. Altra ipotesi è che il M5S candidi alla presidenza Franco Bernabè, 72 anni, ex ad del gruppo petrolifero ed ex ad di Telecom Italia. In uscita la presidente Emma Marcegaglia.
Per Leonardo testa a testa Profumo-Giordo
Nell’ex Finmeccanica il Pd ha chiesto la conferma di Alessandro Profumo, il banchiere già ad di Unicredit ed ex presidente di Bnca Mps che è stato nominato tre anni fa dal governo Gentiloni. I 5S vogliono sostituirlo con un candidato dal profilo industriale. Il candidato più forte in alternativa a Profumo è Giuseppe Giordo, ex ad di Alenia Aermacchi fino a marzo 2015. Dopo un’esperienza di tre anni alla guida della Aero Vodochody a Praga Giordo è approdato in Fincantieri. Dal 4 novembre scorso Giordo è direttore della divisione navi militari di Fincantieri, che due settimane fa fa lo ha anche nominato ad di Orizzonte sistemi navali, joint venture insieme a Leonardo (che ha il 49%).
La posizione del Quirinale
Il Pd avrebbe detto nell’incontro con il M5S che il Quirinale vuole la continuità in Leonardo e quindi chiede la conferma di Profumo. Il Quirinale ufficialmente non ha espresso posizioni. I M5S hanno ribattuto che se devono accettare la conferma di Descalzi pretenderanno la sostituzione di Profumo con Giordo, il loro candidato industriale. Alcuni del M5S rilevano che anche Profumo ha un procedimento giudiziario, il processo a Milano per falso in bilancio per il modo in cui sono stati contabilizzati i derivati di Mps (iscritti in bilancio come titoli di Stato e non come derivati), che erano stati stipulati nella gestione precedente di Giuseppe Mussari. Profumo ha rigettato le accuse e ha detto di aver agito sempre d’intesa con le indicazioni della Banca d’Italia. Alla presidenza di Leonardo il direttore dell’Aise Luciano Carta potrebbe prendere il posto di De Gennaro. Anche questa partita è aperta.
Conferma per Starace e Del Fante
Non sono in discussione le conferme di Francesco Starace come ad dell’Enel e di Matteo Del Fante alla guida di Poste. Starace è stato nominato nel 2014 dal governo Renzi. Del Fante fu nominato nel 2014 a capo di Terna, nel 2017 con il governo Gentiloni è stato messo alla guida di Poste. Si discute di un ricambio alle presidenze. L’avvocato Michele Crisostomo è stato candidato dal M5S per la presidenza Enel, ma avrebbe buone chance di essere confermata Patrizia Grieco. Alle Poste potrebbe andare Lucia Calvosa se non dovesse passare la candidatura all’Eni.
Donnarumma verso Terna
Alla società della rete elettrica ci sarà un nuovo ad. Il candidato con le maggiori probabilità è Stefano Donnarumma, il manager che dal 2017 è alla guida di Acea, scelto dalla giunta di Virginia Raggi. Altri candidati sono l’ad uscente di A2A Lucio Valerio Camerano, appoggiato dal Pd, mentre anche per Terna circola il nome di Domenico Arcuri, l’ad di invitalia che Conte ha nominato supercommissario per il Coronavirus. Tuttavia Donnarumma è in vantaggio. L’ad uscente Luigi Ferraris potrebbe andare in un’altra società non quotata. Alcuni esponenti del Pd vorrebbero mandarlo in una società del gruppo Ferrovie dello Stato.É stata fatta l’ipotesi Rfi, il cui vertice scade con la prossima assemblea di bilancio. Ma la nomina deve essere fatta da Fs e sarà l’ad Gianfranco Battisti (che non è in scadenza) a decidere chi nominare a Rfi. Di solito venmgono nominati dirigenti interni delle Ferrovie, non esterni o manager che hanno perso la poltrona.
All’Enav ipotesi Simioni
Un altro candidato del M5S è Paolo Simioni, presidente dell’Atac, la municipalizzata dei trasporti di Roma. Lo vorrebbero alla guida dell’Enav, la società che controlla il traffico aereo, oggi guidata da Roberta Neri, nominata nel luglio 2015 dal governo Renzi, ex Cfo dell’Acea. Neri è vicina a Maria Elena Boschi. Pd e Iv la difendono, la scelta finale dipenderà anche dalla definizione delle altre caselle.
Lo scontro su Mps
Infine c’è lo scontro su Banca Mps. L’ad Marco Morelli è in uscita. Il Mef vorrebbe nominare Fabio Innocenzi, il M5S dopo la bocciatura di altri canddiati propone Guido Bastianini, ex Carige. Alla presidenza l’avvocato Stefania Bariatti potrebbe essere sostituita da Patrizia Grieco se la manager non venisse confermata all’Enel.
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