Pubblicato il: 20/04/2020 14:45
Un fatturato mensile che si attesta intorno ai 700.000 euro, il doppio rispetto a marzo, e una media giornaliera di 600 consegne solo su Milano città con la previsione ambiziosa di raggiungere il traguardo di 1.000-1.200, non solo nel capoluogo lombardo, ma anche fuori. Sono questi i numeri che certificano il successo del nuovo corso de ‘Il Mannarino’, il format di ristorazione che ha rivoluzionato la tipica macelleria di quartiere ispirata al fornello pugliese per farne un concept cool di macelleria con cucina e griglia a vista.
L’esplosione dell’emergenza sanitaria, con la conseguente chiusura forzata dei due punti di vendita (quello di piazza De Angeli, aperto a giugno 2019, e quello di via Carlo Tenca, inaugurato a dicembre dello stesso anno), ha posto i tre giovani fondatori dell’insegna di fronte a un bivio: soccombere all’interruzione improvvisa e prolungata della propria attività, mettendo in difficoltà oltre 50 dipendenti, oppure provare a reagire in maniera proattiva e responsabile riconvertendo in tempi record il proprio modello di business per adattarlo alle nuove modalità di approvvigionamento alimentare imposte dal lockdown.
Ecco qui che i founders Luca Ballabio, Filippo Sironi e Gianmarco Venuto non si sono persi d’animo e, nel giro di 48 ore, hanno sviluppato una piattaforma di e-commerce, attivando altrettanto velocemente un servizio di delivery per portare la carne a domicilio non solo su Milano (in 24 ore), ma anche nell’hinterland e in tutta la provincia di Monza e Brianza (in 48 ore), sfruttando solo ed esclusivamente risorse interne.
Se i macellai sono rimasti tali, infatti, i camerieri si sono trasformati in addetti al confezionamento dei pacchi e in ‘riders’ incaricati delle consegne su Milano e hinterland grazie anche all’ausilio di Smart concesse in comodato d’uso gratuito da Venus, concessionaria Ufficiale Mercedes-Benz. Non solo. Le nuove esigenze connesse al servizio di delivery su larga scala hanno reso necessaria l’assunzione di 40 nuove persone, portando a ben 85 le unità dell’organico aziendale. Il tutto con un’attenzione rigorosa alla sicurezza, sia dei lavoratori che dei consumatori, per mezzo di una serie di accorgimenti quali l’utilizzo costante di guanti e mascherine e il confezionamento sottovuoto dei prodotti (corredati sempre da istruzioni e consigli per la loro cottura e conservazione) a garanzia dell’igiene e della conservazione degli stessi.
“In un momento di crisi così drammatico – dichiarano – ci siamo rinnovati con un modello che è destinato a rimanere e, soprattutto, abbiamo ridato il sorriso ai nostri ragazzi, garantendo loro un ambiente sicuro e la continuità dell’azienda, che continua a crescere con risorse proprie. Quello che siamo in grado di offrire oggi è un servizio che la gente sta apprezzando tantissimo, non solo dal punto di vista del prodotto, la cui gamma è stata ulteriormente ampliata (non solo bombette pugliesi, costate e polpette della nonna, ma anche petto di pollo, arrosto ecc.), ma soprattutto dal punto di vista umano. Il merito è anche di un ‘pricing’ particolarmente aggressivo, pur rimanendo invariati la qualità della carne e il controllo della filiera che da sempre contraddistinguono Il Mannarino”.
E, a vedere i risultati, la scelta dei tre giovani imprenditori di virare verso il delivery è stata premiata. Le consegne, per mezzo di corrieri, sono state estese anche al resto della Lombardia, al Piemonte, alla Valle d’Aosta, al Veneto, al Friuli Venezia Giulia, al Trentino, alla Liguria, all’Emilia Romagna e a Roma città. Sono inoltre in corso dei test logistici per fare spedizioni anche al Sud e nelle isole con l’obiettivo graduale a medio termine di raggiungere le 6.000 consegne al giorno.
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