La lista potrebbe arricchirsi di nuovi casi nelle prossime ore. Pronte ad andare in questa direzione anche Liguria e Lazio
di Andrea Carli
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In vista della fine del lockdown, prevista per il 3 maggio, alcune Regioni si sono portate avanti nel settore della ristorazione, e in particolare delle vendite d’asporto di cibo e bevande. Apripista sono Abruzzo, Toscana e Veneto, con la seconda ad aver preceduto le altre due (il via libera del Veneto è arrivato nelle ultime ore). Ma la lista potrebbe arricchirsi di nuovi casi nelle prossime ore. Pronte ad andare in questa direzione anche Liguria e Lazio.
L’intero comparto dei ristoratori italiani, secondo una stima della Fipe Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi) rischia di perdere con il lockdown oltre 28 miliardi di euro nel 2020, con circa 50.000 imprese che rischiano di non riaprire, con perdite di posti di lavoro per altre 300.000 persone. Da qui la richiesta all’esecutivo di consentire di vendere piatti pronti da asporto ai clienti, nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria e di distanziamento, esattamente come accade nella maggior parte dei Paesi europei. Il servizio di take away è attualmente attivo in Francia, Germania, Danimarca, Regno Unito, Irlanda, Lituania, Malta, Svizzera, Turchia, Olanda e Finlandia.
Il piano del Governo
Il piano per la ripartenza che nelle prossime ore il presidente del Consiglio dovrebbe delineare prevederebbe per bar e ristoranti la riapertura il 18 maggio. Ma l’ipotesi che già dal 4 maggio scatti il via libera per il servizio di asporto è in discussione.
Toscana autorizza vendita cibi da asporto
La prima ad autorizzare la vendita di cibi da asporto è stata dunque la Toscana. Mercoledì 22 aprile è stata emanata un’ordinanza che autorizza da oggi la vendita di cibi per asporto nei pubblici esercizi come ristoranti, pizzerie, gelaterie, bar e pasticcerie. L’ordinanza, la numero 41 dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, accoglie le richieste in tal senso delle associazioni di categoria, secondo le quali mediante lo strumento della prenotazione (per telefono, email o messaggio Whatsapp) il cliente si presenterà al punto vendita a un orario prestabilito, senza che si creino assembramenti.
Abruzzo riapre cucine ristoranti, ma solo asporto
Il giorno dopo è stata la volta dell’Abruzzo. La regione anticipa una parte della fase 2 dell’emergenza coronavirus e riparte dalla tradizionale pasta alla chitarra, dai ravioli e dalle pizze. Il governatore Marco Marsilio ha firmato un’ordinanza che, da oggi e fino al 3 maggio, permette di fatto la riapertura delle cucine di ristoranti e gastronomie, ma solo per la vendita per asporto. Il provvedimento consente, anche nei giorni festivi, «la vendita di cibo da asporto da parte degli esercizi di somministrazione di alimenti e da parte delle attività artigiane. La vendita per asporto – si legge – è effettuata previa ordinazione on-line o telefonica, garantendo che gli ingressi per il ritiro dei prodotti ordinati avvengano per appuntamenti, dilazionati nel tempo, allo scopo di evitare assembramenti all’esterno e consentendo nel locale la presenza di un cliente alla volta, assicurando che permanga il tempo strettamente necessario alla consegna e al pagamento della merce».