Il provvedimento regionale consente da subito la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo dotate di tavoli all’aperto, nel rispetto delle misure minime anti-contagio.
di Donata Marrazzo
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«Il ministro Boccia dice di diffidarmi ma io non ritiro la mia ordinanza». così il presidente della Regione Calabria Jole Santelli nel corso della trasmissione “Diritto e rovescio” su Retequattro. «I ristoranti – ha aggiunto Santelli – non li ho aperti io ma il Governo prevedendo la possibilità dell’asporto e l’apertura delle cucine. Se vuole ho aggiunto la possibilità di qualche tavolo fuori che non mi sembra uno scandalo. Ho interpretato estensivamente il provvedimento del Governo? Forse».
In precedenza il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia aveva annunciato ai microfoni del Tg1: «Mi dispiace, ma tra pochi minuti partirà la diffida per l’ordinanza» della Regione Calabria, «se non dovesse essere ritirata l’ordinanza sarà impugnata».
«La fuga in avanti della Calabria non aiuta nessuno e mette a rischio la salute dei calabresi» ha aggiunto. La Regione Calabria ha anticipato la riapertura ma tanti comuni sono restati chiusi. Molti sindaci hanno reagito comunicando sui social che non si sarebbero allineati all’ordinanza emanata dalla governatrice Santelli alle ore 22 di mercoledì 29 aprile: il provvedimento consente da subito la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo dotate di tavoli all’aperto, nel rispetto delle misure minime anti-contagio. Di fatto, una rivolta contro la fase 2 post coronavirus che precorre i tempi fissati dal governo.
Tutte le ordinanze nulle
Città e borghi, dove con fatica sono stati contenuti i contagi, hanno scelto la prudenza, attenendosi alle disposizioni dell’ultimo decreto del governo. Non sono ammesse, aveva già chiarito nella sua informativa al Senato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, iniziative autonome e improvvide di singoli enti locali, ribadendo che tutte le ordinanze regionali meno restrittive sono illegittime.
Un coro di no contro la riapertura della Regione
Da Reggio Calabria a Corigliano-Rossano è stato un coro di no. E anche qualche cosa di più: «Si tratta di un’ordinanza illegittima. La Calabria è passata dal modello “tutto chiuso” al modello “tutto aperto”, prima del tempo», ha commentato il sindaco di Polistena, Michele Tripodi. La sua dichiarazione fa riferimento alla dura posizione assunta dalla governatrice sul rientro dei giovani fuorisede bloccati al Nord per il lockdown, per i quali invece il premier Conte ha dato il via libera. Anche per questo la decisione di riaprire è parsa a molti irresponsabile e incongruente. Santelli ha alzato la posta: «Firmerò una ordinanza in cui vieterò di rientrare a chi proviene da altre Regioni». Ma Tripodi ha avvertito: «Ricordo ai cittadini, a scanso di equivoci, che a Polistena si applicano le regole in vigore sino al 4 maggio e rinvenibili dai Dpcm del governo e dalle ordinanze sindacali».
Lamezia contro l’ordinanza
L’ordinanza firmata da Jole Santelli – che prevede tra l’altro la ripartenza di mercati all’aperto e ambulanti e autorizza spostamenti in altro comune per lo svolgimento di sport individuali e per raggiungere le imbarcazioni di proprietà – non vale neanche a Lamezia Terme: il sindaco Paolo Mascaro ha dichiarato che « non è ora il momento di operare strappi laceranti rispetto alle indicazioni date dalla comunità scientifica. Il ritorno alla auspicata normalità dovrà avvenire gradualmente. Pertanto, il Comune bloccherà da subito l’applicazione del provvedimento della Regione Calabria».
Reggio Calabria sospende l’ordinanza regionale
Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, ha tagliato corto sulla questione: «La città rispetta le misure del Dcpm Conte». «Quando il vicesindaco mi ha riferito dell’ordinanza – ha aggiunto – pensavo avesse voglia di scherzare. Anche il Prefetto non sapeva nulla». In un video su Facebook, il sindaco ha annunciato la sospensione dell’ordinanza regionale.
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