“Salvini sul caso Diciotti ha infine compreso il guaio grosso in cui si è cacciato a causa del suo cinismo. ‘Processatemi, anzi no’ e così il Ministro della Mala Vita si fa scrivere dall’avvocato una lettera che indirizza al Corriere della Sera e in cui anticipa la sua difesa nel processo che il Tribunale dei ministri vorrebbe fargli per sequestro di persona”. Così comincia un lungo post su Facebook del giornalista e scrittore Roberto Saviano.
“Prima era pronto a farsi processare, poi ci ha dormito su e deve averci ripensato… Del resto, quando tutti in coro ti dicono che verrai senz’altro assolto, hai serie possibilità di essere condannato”, osserva Saviano. “Ma c’è un dettaglio che trovo molto interessante: nella lettera inviata oggi al Corriere, nella quale Salvini confonde la legalità con il consenso (se mi hanno votato, quello che ho promesso in campagna elettorale posso farlo, anche se violo le leggi), manca qualcosa. Ciò che manca è un riferimento, anche minimo, alla nostra Costituzione, che lui ha consapevolmente violato. Invece – come argomentazioni difensive – abbondano nella lettera i riferimenti a Trattati e Corti Europee”.
“E chi se lo sarebbe mai aspettato da Salvini: rifugiarsi nei trattati europei, proprio lui, il sovranista più puro su piazza. Sta di fatto che il processo inizia a fargli paura; deve essersi accorto, il Ministro (o, più verosimilmente, devono avergli fatto notare), che è diventato troppo ingombrante, soprattutto per gli amici. Da che mondo è mondo, in politica sei necessario fino a quando – magari perché hai strafatto, perché hai tirato troppo la corda – non sei più funzionale”.
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