Il calcolo
Per calcolare l’Isee corrente della famiglia, si considerano i redditi degli ultimi 12 mesi. Oppure, per chi ha perso il lavoro da dipendente a tempo indeterminato o per chi ha perso un trattamento assistenziale, il reddito può essere ottenuto moltiplicando per sei i redditi conseguiti nei due mesi precedenti la presentazione della Dsu (cioè la domanda di Isee).
L’utilità dell’aggiornamento
Chi ha già un Isee ordinario valido, calcolato nel 2020, può dunque chiedere questa fotografia più aggiornata della situazione economica della famiglia, se ci sono stati eventi imprevisti che l’hanno cambiata in modo sensibile. Questo può dare accesso a prestazioni sociali e aiuti ai quali precedentemente la famiglia non avrebbe avuto diritto. Ma che ora, in seguito alle difficoltà economiche causate dall’epidemia, potrebbero diventare invece accessibili.
Procurarsi un Isee corrente potrebbe produrre anche per la famiglia un incremento degli aiuti economici dei quali magari già fruisce. Un percettore del reddito di cittadinanza che riceva ad esempio 300 euro al mese di contributo per integrare ciò che guadagnava con il lavoro, potrebbe acquisire il diritto a raggiungere il contributo pieno da 500 euro, nel caso di perdita del lavoro. In questo caso, la famiglia beneficiaria di Rdc non dovrà fare alcuna nuova domanda: una volta presentato l’Isee corrente, sarà l’Inps a calcolare il nuovo importo del beneficio in base all’indicatore aggiornato.
Come procurarsi l’Isee corrente
L’Isee corrente, come quello ordinario, può essere richiesto tramite un centro di assistenza fiscale (il 94% delle domande è trasmesso infatti all’Inps dai Caf). Meglio verificare la modalità del servizio nell’ufficio prescelto, se disponibile cioè da remoto o presentandosi di persona.
In alternativa, il cittadino può compilare la Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) in autonomia tramite il sito Inps. Dal 2019, per chi ha già presentato una Dsu all’Istituto è disponibile anche l’Isee precompilato, che è composto da una serie di dati inseriti dall’amministrazione e una serie di dati autocertificati dal cittadino, un po’ come succede per il modello 730. Per accedere alla Dsu precompilata, però, poichè l’Isee si riferisce a tutti i componenti della famiglia, il richiedente deve avere una serie di «elementi di riscontro» sul reddito e sui risparmi dei suoi familiari. Altrimenti, dovrà ricorrere al percorso “tradizionale”, cioè alla Dsu non precompilata.