Pubblicato il: 20/05/2020 19:53
“Sul settore termale io credo che il governo sia incorso in una banale svista, perchè ha aperto i centri massaggi gestiti per lo più da ragazze orientali, e ha mantenuto chiuse le piscine termali e le saune che sono presidi sanitari e luoghi sicuri. Serve un Dpcm della presidenza del consiglio dei ministri per correggere una svista dovuta sicuramente al superlavoro” del governo. E’ l’appello che lancia all’esecutivo, in un’intervista ad Adnkronos/Labitalia, il presidente di Federterme/Confindustria, Massimo Caputi, per far scattare anche per le terme la fase 2 con la riapertura delle strutture al pubblico dopo oltre due mesi e mezzo di chiusura per l’emergenza Covid-19.
Un settore quello termale, sottolinea Caputi, che “conta circa 330 imprese che danno lavoro a 60mila persone, sono radicate fortemente in 19 regioni e costituiscono un turismo di pregio perchè sono fortemente destagionalizzate”. Ad oggi secondo Federterme ci sono solo una ventina di strutture aperte solo per servizi di cure collegati al Servizio sanitario nazionale.
A Caputi non va giù il fatto che il governo non abbia preso in considerazione la ‘sicurezza’ del settore termale rispetto ad altri comparti. “Nella sauna la temperatura media è 90 gradi e non c’è virus che possa sopravvivere. Anzi bisognerebbe ‘disinfettarsi’ nella saune. Io credo che questa sia una svista del governo a cui credo che debba rimediare immediatamente perchè le piscine termali con le loro acque nei secoli sono state sempre usate per curare tutte le pestilenze”, sottolinea ancora Caputi. “Peraltro, Federterme ha varato, con la collaborazione di un Team di esperti coordinati dalla Fondazione Forst, un rigido protocollo di tutela e prevenzione per lavoratori e clienti”, ricorda Caputi.
Una decisione quella dell’esecutivo che si ripercuote sulle imprese e sui lavoratori ma anche sullo Stato stesso, come spiega Caputi. “Tenere a casa 60mila persone, immotivatamente, aprendo centri estetici, parrucchieri e piscine normali è veramente una svista a cui bisogna rimediare anche perchè c’è il danno per lo Stato stesso con 60mila persone in cassa integrazione. Un ‘buco nero’ insomma”, sottolinea.
Quindi il governo, per Caputi, deve correre subito ai ripari. “E lo deve fare con un Dpcm, visto che la regola sulla chiusura è stata data sempre con un Dpcm che peraltro lascia poi alle regioni ampi spazi di manovra e infatti stamattina il presidente della Regione Veneto stamattina riapre le piscine termali”, sottolinea Caputi.
Secondo Caputi “per quanto riguarda il turismo la situazione è veramente drammatica perchè nel dl rilancio ci sono provvedimenti di breve periodo e non provvedimenti strutturali che invece necessitano alle imprese turistiche per potere pensare a un rilancio e a una vera fase 3. Speriamo che nell’iter parlamentare o con un provvedimento ‘ad hoc’ si lavori sul settore con provvedimenti di medio periodo che diano stabilità e solidità alle imprese”.
Imprese che, come sottolinea Caputi, “da fine gennaio ad oggi hanno fatturato zero, ci siamo già ‘bruciati’ metà dell’anno generando allo stesso tempo costi incomprimibili”. Ma secondo Caputi i provvedimenti del governo non daranno subito i loro frutti. “Il dl rilancio è un provvedimento molto articolato e complesso che tra l’altro si sovrappone al dl liquidità che è bloccato ancora in Parlamento. Quindi bisognerà vedere cosa accade alla fine di questa specie di ‘frullato’ e cosa effettivamente diventerà legge, perchè oggi ci sono molti buchi”, sottolinea. E nel frattempo “tutte le imprese del turismo sono in difficoltà, ma soprattutto quelle più strutturate. Questo perchè l’impresa stagionale non ha costi incomprimibili mentre i complessi che sono aperti tutto l’anno come le terme hanno dei costi incomprimibili”, conclude.
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