I ‘Trouveurs Valdo^tains suonano in nove formazioni, portando la tradizione musicale valdostana in molti Paesi d’Europa. A questo ‘ensemble’ va riconosciuto il merito di aver rivitalizzato strumenti musicali sconosciuti alle nuove generazioni
AYMAVILLES. La musica, ‘fil rouge’ di un Destino già scritto. Un karma famigliare che ha coinvolto Liliana Bertolo dalla prima infanzia. “Ho ereditato la passione per il canto da mio padre – dice -.. L’incontro con mio marito ha amplificato questa passione che abbiamo trasmesso ai nostri figli Rhémy e Vincent”.
Anni ’70, epoca in cui la musica raggiunge vertici in tutti i settori: melodia, rock, jazz, country. Note musicali che richiamano il passato, proiettando in un futuro ravvicinato pentagrammi innovativi, strumenti rivitalizzati e plasmati in conformità alle singole esigenze.
Mamma Liliana comincia la sua avventura musicale nei ‘Trouveurs Valdo^tains’, il gruppo di musica tradizionale fondato dal marito Alessandro Boniface 38 anni fa. Sul palco anche i due bambini come semplici comparse, ma già dotati di una innata e grande empatia.
“Li abbiamo sempre coinvolti senza mai insistere nell’intraprendere questa strada. Li abbiamo lasciati liberi di scegliere”, assicura Liliana Bertolo. Ammette, però, di aver sperato che, quanto prima, manifestassero il desiderio di seguire le orme di famiglia. “Più volte mi sono detta che una qualche traccia musicale doveva pur esserci nel loro dna – confessa questa mamma -. Oltre a mio marito, cantavano e suonavano il padre, il nonno e il bisnonno. Organetto e fisarmonica erano gli strumenti tramandati di generazione in generazione. Avevo fondati motivi per sperare”..
L’iscrizione all’Istituto ,musicale di Rhémy e Vincent non tradisce le aspirazioni dei genitori. Rhémy si appassiona al violino, Vincent alle percussioni e, poi, al clarinetto. Emerge. in tempi quasi immediati, la loro spiccata propensione per la musica.
Oggi, questi due ex ‘enfants de la musique’ sono affermati professionisti del panorama musicale italiano, con lusinghiere tournée in paesi europei. Rhémy, 43 anni, continua a suonare il violino e l’organetto, con esibizioni al suono della ‘ghironda’, strumento a corde con ruota e manovella.
Spiega ;Liliana Bertolo: “Ha un suono molto particolare. Parliamo di uno strumento medievale, come molti altri presentati nei ,loro concerti. Lo suonavano gli antichi trovatori, i cantastorie. Nel nostro patois viene chiamato ‘vioulan’ perchè costituisce il ‘padre’ del violino”. Fa notare un particolare molto importante: “Vincent è diventato un polistrumentista. Oltre all’organetto, suona molti altri strumenti a fiato. Ha imparato nei vari corsi seguiti in Francia. A Torino,. poi, ha frequentato, per un anno, la scuola di jazz”.
Non c’è che dire! E il ‘Duo Pitularita’? I fratelli Rhémy e Vincent hanno pensato bene di potenziare gli applausi e la richiesta di autografi con l’istituzione di questo ‘binomio en musique’ la cui denominazione ricorda il frammento di un canto tradizionale d’antan.
“La parola non ha alcun significato – spiega mamma Liliana -. Riprende soltanto una sorta di parola-suono mai dimenticato nel tempo”. Di sicuro, la scelta è caduta su un termine sinonimo di allegria, la stessa “che trasmettono i miei figli quando salgono sul palco”, sorride la mamma di Aymavilles. Che aggiunge: “La loro musica mi fa star bene. Hanno intrapreso una strada non facile. Ma la loro felicità è la mia. D’altronde il palcoscenico, anche dietro le quinte, è stata la loro seconda casa fin da bambini. Diciamo che sono caduti nella famosa ‘pentola di Asterix’, ironizza Liliana Bertola, ripercorrendo, in carrellata visiva,l’iscrizione al Dams di entrambi, (“Non hanno terminato”), le esibizioni con il complesso locale degli ‘Orage’ (“Un grande successo”) e i molti appuntamenti che li attendono. “Sono ragazzi realizzati. Vederli, mi riscalda il cuore”, è il commiato di Liliana Bertolo.