Crisostomo. Nel ruolo di presidente di Enel non posso che essere allineato agli interessi della società che rappresento. Per il paese è essenziale avere un operatore di fibra unico che possa consentire la competizione nel sistema rispetto all’infrastruttura. Conviene avere un operatore che faccia investimenti, che consenta di ridurre le marginalità geografiche e sociali nella diffusione della fibra. Enel ha un ruolo da protagonista perché è azionista, insieme a Cdp, di Open Fiber. La cosa giusta, sia per il paese che per Enel, è lavorare su questa configurazione perché possa effettivamente tradursi in un’infrastruttura efficace e coerente con le regole della concorrenza. Enel ha investitori istituzionali nel capitale e non può che muoversi secondo le logiche di mercato. Né il Movimento 5stelle né alcuna altra forza politica ha in alcun modo vincolato il mio mandato di presidente.
Resta il problema delle sovrapposizione delle due reti. Il tavolo con Tim per una rete unica va avanti?
Starace. Non sono due reti, sono decine, di cui tre grandi perché c’è anche Fastweb. I tavoli che non si riuniscono non sono tavoli. Riteniamo che il bene dell’Italia sia la costruzione di una rete in fibra digitale, molto capillare, uniformemente distribuita nel territorio. Questo è l’impegno di Open Fiber e il fatto che sia aperta a chiunque ne faccia richiesta ne è il valore fondante. Rispettiamo però le opinioni di tutti, non dobbiamo imporre il nostro modello. Se qualcuno pensa che sia bene avere una rete in fibra integrata verticalmente anche con un operatore di telefonia e di dati la rispettiamo, ma in questo caso purtroppo le fibre saranno tante.
Presidente, in qualità di avvocato lei ha assistito banche come Mps, Popolare dell’Etruria, Carige, UniCredit e poi Popolare di Bari dal 2013. Per quali operazioni ha fornito consulenze nella gestione della famiglia Jacobini?
Crisostomo. Ho lavorato su molte situazioni di crisi bancaria, anche per soggetti pubblici (Amco) e per le banche di sistema. Ho assistito Popolare di Bari dal 2012, introdotto da una banca d’investimento internazionale, fino al 2018. Non ho invece svolto alcun mandato nel periodo dell’ultima gestione di Vincenzo De Bustis. Ho assistito la Popolare di Bari nell’acquisizione di Banca Tercas (nel 2013, ndr). In quel contesto mi sono occupato anche del ricorso alla Corte di giustizia europea contro la decisione della direzione Concorrenza (che bloccò l’intervento del Fondo interbancario, ndr). Alla fine quel ricorso è stato vinto consentendo salvataggi bancari successivi. Per la Popolare di Bari ho lavorato anche alla prima Gacs nel 2016. Ho assistito Mcc nell’acquisto di una quota del bond subordinato nel salvataggio Carige e da lì ho ottenuto un incarico da Mcc sul progetto di banca pubblica del Sud, che nasce con l’acquisizione della popolare di Bari.