Pubblicato il: 25/05/2020 14:58
“Non avrei mai immaginato di poter dirigere un mio testo teatrale lavorando a distanza. Io dalla provincia di Venezia, l’attrice dalla provincia di Treviso, lo scenografo e il suo staff dalla provincia di Udine, il costumista da Venezia e il musicista da Bruxelles. Non avrei mai immaginato, prima d’ora, di poter allestire a distanza un mini-set cinematografico, dirigere da remoto le riprese e poi montare in diretta il video all’interno di una scenografia virtuale tridimensionale, mutabile, che si compone in tempo reale. È un’avventura pazzesca. Ma possibile!” Un’avventura, questa descritta dalle parole del regista Giuseppe Emiliani, prodotta dal Teatro Stabile del Veneto nelle settimane di lockdown e che ha messo insieme a distanza l’intera filiera della produzione teatrale (scenografo, costumista, attore, musicista) per dare vita a ‘La figlia di Shylock. Sei troppo caro, perché io ti possegga’, tratto dal Mercante di Venezia di William Shakespeare. Uno spettacolo pensato, costruito, interpretato interamente da casa e messo in scena grazie alla scenografia virtuale in tempo reale realizzata da Federico Cautero per lo studio di progettazione 4DODO.
Si tratta di un upgrade della tecnica di costruzione di una scenografia virtuale che 4DODO dal 2012 sviluppa nell’ambito del teatro, degli spettacoli, degli eventi e delle installazioni multimediali, e che debutterà in prima assoluta sabato 30 maggio (alle ore 20.00) sui canali social del Teatro Stabile del Veneto all’interno del palinsesto di “Una stagione sul sofà”. A interpretare ‘La figlia di Shylock’, l’attrice Margherita Mannino, che ha recitato dal salotto di casa riprendendosi autonomamente grazie a un sistema e un’infrastruttura di remote production sviluppata appositamente da 4DODO consentendola gestione in tempo reale delle riprese e delle inquadrature da remoto. Anche i costumi sono stati scelti a distanza, grazie a Stefano Nicolao che ha proposto virtualmente le sue creazioni fino a trovare quelle giuste per la protagonista, così come le musiche eseguite alla fisarmonica da Luca Piovesan in collegamento da Bruxelles.
“Il valore di questa produzione sta nell’unione e nello slancio creativo che siamo riusciti a trovare in un momento difficile per tutti e per il mondo del teatro – afferma Massimo Ongaro, direttore Teatro Stabile del Veneto –In queste settimane abbiamo cercato di non lasciare mai solo il nostro pubblico, creando occasioni di divertimento, interazione e riflessione sui nostri canali social. Grazie alla visione di Giuseppe Emiliani e all’ingegno di Federico Cautero abbiamo, invece, creato l’occasione di innovare la scena e comunicare il teatro del futuro. Perché nessuna pandemia possa più fermare il talento e l’arte dei nostri attori, registi, scrittori, musicisti e tutte le figure indispensabili per il mondo dello spettacolo”.
“In questo periodo di forzato isolamento – spiega il regista Giuseppe Emiliani – siamo stati tutti meno soli grazie ad internet, ai social, alla possibilità di connettersi a distanza. Il teatro tornerà, gradualmente, ad essere un luogo di contatto, di fisicità, di persone vive in carne e ossa, ma il teatro, come tutte le arti, subirà inevitabilmente dei cambiamenti.Il teatro di domani non potrà più trascurare l’evolversi della tecnologia, le straordinarie evoluzioni nelle tecniche del linguaggio. Citando Benjamin: ‘A un certo punto il clavicembalo è diventato pianoforte’. Il digitale, l’informatica, l’innovazione tecnologica, se ben usata, potrà aprire nuovi orizzonti di espressione e creatività che certamente non riusciranno mai a sostituire la poetica fragilità dell’attore vivo in scena, ma potranno farci allungare lo sguardo e offrirci nuovi stimoli per comprendere questo nostro mondo e immaginarne un altro, possibilmente nuovo e migliore. Mi sono immaginato un improbabile incontro tra Jessica, la figlia di Shylock, e William Shakespeare da poco giunto a Venezia assieme al suo amante, il conte di Southampton. Una sfortunata storia di amore tra l’ingenua giovane ebrea e il giovane Bardo in cerca di ispirazione”.
“Un appassionato racconto di amore e fantasia in cui il reale e l’immaginario arcanamente si confondono in una Venezia luogo di incontri, di intrighi, sfrenatezze di sensi, passioni travolgenti. Una Venezia dove le apparizioni tendono a prendere corpo, i sogni a farsi realtà. Se l’esperienza veneziana servirà a Shakespeare per scrivere Il mercante di Venezia, Jessica da questa impossibile storia amorosa capirà che amare qualcuno è immancabilmente una fuga da tutto, anche da se stessi. Ma capirà anche che lei non può fuggire da se stessa, per sempre. E che dovrà, ora, essere capace di amare soprattutto se stessa”, conclude Emiliani.
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