Le imprese dovranno essere più sostenibili, più flessibili e più competitive. Dovranno utilizzare la fase di rilancio per cambiare modello di business a favore dello sviluppo sostenibile
di Nicoletta Cottone
Le imprese dovranno essere più sostenibili, più flessibili e più competitive. Dovranno utilizzare la fase di rilancio per cambiare modello di business a favore dello sviluppo sostenibile
3′ di lettura
La risposta alla crisi? «Deve essere orientata a portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile, da tutti i punti di vista». Parola di Enrico Giovannini, portavoce dell’Asvis. Le imprese dovranno essere più sostenibili, più flessibili e più competitive. Dovranno utilizzare la fase di rilancio dopo il lockdown legato al coronavirus per cambiare modello di business a favore dello sviluppo sostenibile. Le proposte sono emerse durante il secondo evento Asvis Live “Verso una ripresa trasformativa all’insegna della resilienza e della sostenibilità”, al quale sono intervenuti il presidente del Parlamento Europeo David Maria Sassoli, gli amministratori delegati e i presidenti di alcune delle principali imprese italiane (Ferrero, UniCredit, Tim, Coop ed Enel) ed esponenti delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali, delle istituzioni e del terzo settore.
Ridurre il carico fiscale e sostegno alle imprese nel passaggio al green
«L’ottima proposta della Commissione europea apre per l’Italia una concreta possibilità di trasformarsi nella direzione dell’Agenda 2030. Ma anche il bilancio pubblico nazionale va orientato alla sostenibilità: per questo proponiamo di eliminare i 19 miliardi annui di sussidi dannosi per l’ambiente per ridurre il cuneo fiscale, sostenere le imprese nel passaggio alle energie rinnovabili e all’economia circolare, investire su giovani e donne. La sostenibilità accresce la produttività delle aziende e migliora la qualità della vita delle persone. Ecco perché il rilancio del Paese deve passare per un ripensamento dei modelli di business e delle politiche a favore dello sviluppo sostenibile».
L’analisi del decreto
Sono stati anche presentati i risultati dell’analisi condotta dall’Asvis sul “Decreto Rilancio” alla luce dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile e dei cinque orientamenti delle politiche per la resilienza trasformativa (prevenzione, protezione, preparazione, promozione e trasformazione)in risposta allo shock dovuto al Coronavirus. Le misure del decreto sono principalmente orientate agli Obiettivi di sviuppo sostenibile 8 (Condizione economica e occupazionale), 9 (Innovazione, imprese e infrastrutture) e 16 (Pace, giustizia e istituzioni solide). La stragrande maggioranza del provvedimento (oltre 210 azioni) è classificabile nelle politiche di protezione, 81 azioni vanno nella direzione della promozione, 49 della preparazione, 21 della prevenzione e solo 20 della trasformazione. «Sorprende – sottolinea Giovannini – l’assenza di provvedimenti per la tutela del capitale naturale del Paese, che pure genererebbe occupazione e miglioramento della qualità della vita, e di riduzione delle disuguaglianze di genere. Questo vuol dire che per misure di rilancio e trasformazione del Paese verso lo sviluppo sostenibile ci si dovrà necessariamente affidare alle nuove risorse europee o a ricomposizioni del bilancio pubblico».
Subito un piano di investimenti nelle città
Utilizzando le nuove opportunità del “Next generation Eu”, il fondo europeo per la ripresa, è possibile realizzare da subito un piano di investimenti dedicati alle città e ai territori per rendere il nostro Paese più sicuro e resiliente, migliorando la qualità della vita delle persone. Asvis propone di azzerare progressivamente i 19 miliardi di sussidi dannosi all’ambiente, «da trasformare in una riduzione senza precedenti del cuneo fiscale, in sussidi alle imprese per la transizione ecologica e l’economia circolare e in un investimento straordinario su giovani e donne, per aumentare la competitività del sistema Italia e rendere lo sviluppo del Paese sostenibile e inclusivo, come previsto anche dalla proposta della Commissione europea per il fondo “Next generation Eu”».
Il pacchetto Asvis per la transizione verde
Con questa finalità, l’Asvis ha presentato oggi un “Pacchetto di investimenti a favore dello sviluppo sostenibile delle città e dei territori”. La proposta ha un costo stimato in 201,7 miliardi di euro di risorse aggiuntive in 10 anni, da sostenere con risorse comunitarie e nazionali. Quattro le aree interessate: transizione verde (riqualificazione energetica del patrimonio edilizio; sicurezza sismica; sicurezza idrogeologica; mobilità sostenibile), trasformazione digitale (infrastrutture e servizi digitali; scuola e università), sanità e lotta alla povertà (con un focus sulle periferie). «La crisi in corso impatta non solo sul capitale economico – ha spiegato Pierluigi Stefanini, presidente dell’Asvis – ma anche sul capitale umano e sul capitale sociale, e la gravità dei suoi effetti dipende anche dal tipo di risposta delle imprese, delle istituzioni e della politica. Per questo la nostra proposta punta a stimolare una resilienza trasformativa del sistema socioeconomico, aiutandolo a trasformarsi e non a tornare indietro».