Il presidente della Consob, Paolo Savona, in audizione di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ha ribadito un giudizio positivo sui decreti del Governo per far fronte ai «bisogni urgenti di liquidità e di sostegno» alle imprese alle prese con l’emergenza Covid. Ma ha sottolineato la necessità di «maggiori investimenti produttivi esogeni attivabili con la politica fiscale»
Il presidente della Consob, Paolo Savona, in audizione di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ha ribadito un giudizio positivo sui decreti del Governo per far fronte ai «bisogni urgenti di liquidità e di sostegno» alle imprese alle prese con l’emergenza Covid. Ma ha sottolineato la necessità di «maggiori investimenti produttivi esogeni attivabili con la politica fiscale»
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«I nostri fondi di investimento hanno retto bene alle incertezze della crisi, contrariamente a quelli di altri paesi che hanno incontrato difficoltà a rimborsare il riscatto delle quote e alcuni hanno anche sospeso il rimborsi». Il presidente della Consob, Paolo Savona, lo ha indicato soffermandosi sull’impatto dell’emergenza Covid-19 sui mercati finanziari in audizione di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. «Questi risultati -ha detto – confermano la solidità e resilienza del risparmio italiano come pilastro del benessere sociale, ancor prima che economico». La legislazione vecchia però non funziona più «per intervenire con tempestività ed efficacia sui mercati, in un sistema finanziario costruito al di fuori dell’ipotesi Covid-19».
«Contrario a chiusure e il potere di farlo ce l’ha il Tesoro»
Il presidente della Consob è tornato in un’audizione sulle giornate di inizio marzo che hanno portato alle sospensione delle vendite allo scoperto. E lo ha fatto dicendo: «Il potere di chiusura della Borsa non ce l’ha la Consob, ce l’ha il ministro del Tesoro». Poi ha peraltro puntualizzato: «Ritengo che la Borsa debba rimanere aperta, altrimenti il risparmio italiano se ne va comodamente all’estero, non ho esercitato alcune pressione per la chiusura perchè lo ritengo un errore. Significherebbe uscire dall’economia di mercato».
«Più fintech per credito, vecchi metodi non funzionano»
Savona ha ribadito un giudizio positivo sui decreti del Governo per far fronte ai «bisogni urgenti di liquidità e di sostegno» alle imprese con l’emergenza Covid. E in audizione ha formulato due richieste: «Sarebbe opportuno estendere al capitale di rischio le garanzie concesse all’indebitamento per affrontare il problema del peggioramento della leva finanziaria dal lato del debito, che diverrà sempre più un punto di attenzione da parte del mercato». E ha aggiunto: «Ho anche suggerito, partendo dal caso specifico dell’intervento pubblico per la Banca Popolare di Bari, che occorre sperimentare i metodi ‘fintech’ per la concessione del credito, poiché i metodi tradizionali basati su indicatori finanziari del passato, proiezioni econometriche del futuro e valutazioni soggettive dei manager non funzionano e inducono le banche a ridurre le esposizioni al rischio per prudenza o all’azzardo morale nella concessione»
«Per uscire da crisi investimenti, ripresa produttiva»
Dopo aver sottolineato l’impatto ‘marginale’ delle vendite allo scoperto su una Piazza Affari fortemente colpita dall’impatto dell’emergenza Covid, il presidente della Consob ha aggiunto: «Questo non significa che le banche italiane e il mercato finanziario nelle sue diverse accezioni si possono considerare fuori dalla crisi economica in corso, ma che la loro uscita dipende dalla ripresa produttiva, nei due aspetti della entità e rapidità con cui si presenterà». Per il presidente della Consob, quindi, servono «maggiori investimenti produttivi esogeni attivabili con la politica fiscale, come viene annunciato a livello interno ed europeo; da noi, per la loro attuazione, il risparmio sarebbe sufficiente, ma il suo impegno in questa direzione richiede che si ristabilisca fiducia nel futuro».
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