Siamo le attiviste e gli attivisti che negli ultimi due mesi si sono attivate/i nei propri quartieri per rispondere con la solidarietà all’esplosione dell’emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica.
Con la pandemia abbiamo visto esplodere le contraddizioni che albergano nella nostra città: l’assenza di diritti e di controlli dentro un comparto, come quello turistico o del lavoro di cura, che conta decine di migliaia di occupati e che si fonda sulla precarietà, sul lavoro nero o grigio; l’assenza di un sistema di welfare realmente universale: sono tantissime le categorie che si sono perse nella selva dei sussidi e in particolare, sono tanti, troppi gli/le irregolari che non hanno diritto a nulla perché semplicemente impossibilitate ad avere la residenza e spesso sono cancellate dalle liste dell’anagrafe.
Abbiamo sopperito al vuoto lasciato dalle istituzioni, fatto di tante promesse, ma di un sostanziale abbandono. I 3 milioni di finanziamento ORDINARIO trasferiti alla città per predisporre buoni spesa, il contributo affitto e i pacchi alimentari erano chiaramente insufficienti e sono terminati da tempo, escludendo migliaia di famiglie. Tante persone sono state lasciate sole, escluse perché a nero, a grigio, o prive di residenza; tante si sono perse nella burocrazia e nei requisiti spesso discriminatori con cui sono stati distribuiti i sussidi.
Serve una risposta immediata ora
nostri pacchi, riempiti grazie alla solidarietà popolare, si sono svuotati. Non perché la nostra solidarietà sia finita, ma perché le necessità cui abbiamo risposto durante l’emergenza sono diventate strutturali: quei bisogni non entrano più nelle nostre cassette. Potevamo infatti tamponare provvisoriamente l’emergenza, permettendo a chi aveva fame di mettere il piatto a tavola, ma questo non risolve il problema della povertà.
Serve una risposta immediata ora
Sappiamo che l’11 maggio il Consiglio comunale di Firenze ha approvato con delibera una mozione di Sinistra progetto comune che individua 6 milioni nel bilancio comunale per stanziare ulteriori sussidi per i cittadini in difficoltà, sotto forma di buoni spesa, contributo affitto e aiuti per pagare le bollette. A distanza di un mese, la giunta Nardella non ha ancora provveduto ad attuare questa delibera. Mentre il nostro sindaco, onnipresente su social e giornali, fa un gran parlare di “semplificazione” e “sburocratizzazione” in relazione all’Aeroporto e alle altre Grandi opere inutili, si va bloccando in via burocratica una delibera comunale che potrebbe garantire la sussistenza per decine di famiglie quantomeno per il periodo estivo.
Pretendiamo che la giunta Nardella sblocchi questi 6 milioni subito e non domani, e che i sussidi raggiungano prima di tutto chi, lavoratore/trice a nero o privo/a di residenza, ne era stato in precedenza escluso/a!
Pretendiamo un Reddito di emergenza reale, non quell’elemosina contenuta nel Decreto rilancio, per fronteggiare il virus della miseria che già prima della crisi colpiva 14 milioni di famiglie italiane. Non chiediamo la carità col cappello in mano, ma l’applicazione di un nostro diritto: quello di vivere una vita libera e dignitosa.
E se mancano i soldi per affrontare questa emergenza sociale e per diventare un paese più giusto, affrontando finalmente quella conversione ecologica che serve a tutti noi, a questa spesa contribuisca in primo luogo chi negli ultimi 10 anni si è arricchito mentre noi facevano sacrifici e che già ora sta speculando su questa nuova crisi: quel 10% più ricco della popolazione che attualmente possiede il 60% della ricchezza privata italiana e che potrebbe rinunciare a una vacanza alle Maldive o a una nuova piscina per il bene di tuttii/e. Con una billionaire tax del 10%, sbloccheremmo 550 miliardi immediatamente disponibili.
Pretendiamo soprattutto rispetto e dignità per la nostra gente.