Il coronavirus non ferma i progetti di ACRA in Italia e all’estero. In Mozambico le informazioni anti-Covid viaggiano via sms. In India forniti dpi agli autisti dei tuk-tuk sostenibili del progetto Namma Auto. In Italia didattica a distanza per tutti grazie alla consegna di pc e tablet. ACRA, organizzazione non governativa milanese impegnata da oltre cinquant’anni nel contrasto delle povertà, scende in campo in Italia per garantire a tutti l’accesso alla didattica online, ma non lascia #nessunoindietro neanche all’estero: in India gli autisti di tuk-tuk (mezzi di trasporto locali tradizionalmente utilizzati come taxi) del progetto Namma-Auto si reinventano fattorini per i supermercati e in Mozambico il progetto SUB-URB potenzia la componente telematica per il monitoraggio e la divulgazione dei servizi igienico sanitari. In Italia, in particolare, gli interventi di ACRA sono focalizzati nell’ambito dell’istruzione.
Nel nostro Paese, infatti, circa il 30% delle famiglie non ha un dispositivo adatto allo svolgimento della didattica online e per i bambini e ragazzi che vivono in contesti familiari o sociali fragili la chiusura delle scuole significa aumento della povertà educativa e dell’esclusione. Per questo motivo l’organizzazione ha lanciato l’iniziativa #aCasaconACRA in supporto all’educazione a distanza dei bambini e delle famiglie più fragili attraverso la donazione di pc e tablet, oltre ai laboratori didattici di Educazione alla Cittadinanza Globale disponibili online su www.acra.it/acasaconacra. Con il sostegno di STMicroelectronics Foundation e l’azienda Artelia sono stati già distribuiti più di 200 computer a scuole e famiglie italiane.
In India, dove ACRA ha attivato, in collaborazione con realtà locali, il Namma Auto project, a maggio è iniziata la cosiddetta Fase 3 dell’emergenza sanitaria relativa al Covid-19, con un leggero allentamento dell’isolamento imposto per contrastare la diffusione del virus. Nelle città di Bangalore e Chennai, il progetto Namma Auto, co-finanziato dall’Unione Europea Switch Asia, ha come obbiettivo principale quello di promuovere stili di vita più sostenibili grazie all’utilizzo di risciò, i cosiddetti tuk tuk, a motore sostenibile.
«Il progetto di ACRA Namma Auto è stato molto attivo durante questo periodo – afferma Manju Menon, responsabile ACRA in India e referente per il progetto Namma-Auto – Abbiamo riconvertito la campagna di sensibilizzazione per creare consapevolezza intorno al Coronavirus utilizzando vari mezzi di comunicazione e abbiamo anche pianificato meticolosamente un programma di igiene e sicurezza per i conducenti di tuk-tuk insieme alle parti interessate. Abbiamo stretto accordi con negozi di alimentari e supermercati per assumere gli autisti dei tuk-tuk sostenibili come personale per la consegna a domicilio».
In questi mesi di lockdown, infatti, i progetti non si sono fermati, ma le difficoltà incontrate sono state notevoli. Per gli autisti di tuk-tuk, il rischio Covid è piuttosto alto, per questo motivo il progetto Namma Auto, ha lavorato per fornire dpi e assicurazione medica agli autisti di tuk-tuk impegnati nel progetto a Bangalore per garantire sicurezza e protezione durante il lavoro e una retribuzione fissa in caso di malattia. Inoltre, sono stati forniti kit di igiene per disinfettare i veicoli dopo ogni viaggio,per salvaguardare la salute della comunità.
In Mozambico, nella città di Maputo, ACRA ha, invece, attivo il progetto SUB-URB per il supporto allo sviluppo sostenibile e inclusivo di Maputo (co-finanziato dall’AICS) e Sanitation per Maputo (co-finanziato dall’Unione Europea). Il progetto prevede di migliorare le condizioni ambientali, domestiche e urbane nei quartieri suburbani. È stata realizzata la piattaforma MOPA.
In Mozambico sono stati registrati meno di 100 casi di COVID-19, ma il numero si riferisce alle sole persone certificate. Purtroppo, senza mezzi o strumenti per contare i casi o curarli, non si può avere dato certo. Per l’emergenza sanitaria il Governo del Mozambico si è attivato subito con norme di salvaguardia e dando ampio spazio alle campagne di sensibilizzazione per promuovere l’uso delle mascherine, lavarsi le mani, ottenendo grande attenzione da parte della popolazione e ciò ha favorito una più lenta progressione del virus. Nonostante le attività siano state evidentemente ridotte a causa dei divieti, solo una piccola parte del lavoro del progetto SUB-URB si è potuta svolgere da remoto.
«È praticamente impossibile abbandonare il campo – afferma Massimo Tommaselli, coordinatore di ACRA nel Paese – qui lavoriamo operativamente su questioni che necessitano collaborazione intensa e scambi con molti interlocutori, primo tra tutti il Comune di Maputo. Per ridurre i contatti e accelerare la fase organizzativa, tutto il lavoro, solitamente cartaceo, è realizzato tramite un’applicazione sul telefono e i dati sono centralizzati su una piattaforma online gestita internamente. È stato inoltre ideato un nuovo modo per fare divulgazione e monitoraggio, grazie alla creazione di una piattaforma per l’invio massiccio di Sms d’informazione a migliaia di numeri raccolti attraverso la campagna sul terreno, ma anche attraverso le catene informative circolari».