(ANSA) – PERUGIA, 11 GIU – Si è posto l’obiettivo di valorizzare le carni di ungolati selvatici, in particolare cinghiale e capriolo, il progetto pilota di filiera corta delle carni di selvaggina EcoSelvoFiliera, realizzato nel corso delle stagioni venatorie 2018-2019 e 2019-2020.
Tra gli scopi del progetto anche quello di contribuire a risolvere, in maniera sostenibile, il problema dell’eccessiva presenza di questi animali nelle campagne, e di garantire una maggiore sicurezza e trasparenza nel consumo di tali carni.
Ad oggi, infatti, la grande quantità di carni e prodotti derivati di ungulati selvatici consumate in Umbria – viene spiegato in un comunicato – sembrerebbe provenire da altre regioni o, per la maggior parte, dall’estero, in particolare dall’est europa e dalla Nuova Zelanda.
“Una filiera umbra garantita – ha detto Alessandro Monacelli, presidente dell’Eps Umbria, Ente produttori selvaggina e promotore del progetto – aiuterebbe a fronteggiare la concorrenza extra regionale e a recuperare competitività nel settore gastronomico locale”.