“Affiancare innovazione e tradizione enogastronomica promuovendo la cultura del territorio è il nostro obiettivo”, dice Alberto Nadal, presidente della fiera dedicata ai migliori produttori di cibo artigianale in programma da domani in Veneto
Santa Lucia di Piave (Treviso) – Dal 12 al 14 maggio la Fiera di Santa Lucia di Piave, a Treviso, ospita Gourmandia-Le terre golose del gastronauta, il salone dedicato alla cultura del cibo e alle eccellenze gastronomiche ideato da Davide Paolini, enogastronomo principe e titolare della storica rubrica del Gastronauta sul Sole 24 ore. La manifestazione, dedicata ai migliori produttori di cibo artigianale italiano, è l’evento che porta in Veneto una selezione di salumi, formaggi, dolci, vini, birre, prodotti ittici e lievitati da tutta Italia e un ricco programma di show cooking con il top degli chef dello stivale, più un’area esterna attiva da mattina a sera dedicata ai food truck.
Alberto Nadal, presidente e amministratore unico del Polo fieristico di Santa Lucia da ottobre 2017, ma attivo già da 12 anni, ha raccolto nel primo trimestre di quest’anno un incremento del 30% dei visitatori e prevede che nel 2018 saranno almeno 100 mila per i 12 eventi programmati.
Ma quali sono gli obiettivi nel breve e medio termine? “Valorizzazione e promozione delle eccellenze del territorio, innovazione e miglioramento dell’attrattività del nostro polo fieristico”, dice a Corrierequotidiano.it. Uno slogan? “Alle radici di ciò che mangiamo: le caratteristiche geologiche di un territorio rappresentano un marchio indelebile che si trasmette alla qualità e alla tipicità di ciò che costituisce la nostra alimentazione; stiamo lavorando, attraverso le biotecnologie e l’imperativo della sostenibilità, per valorizzare al massimo le molteplici ricchezze della nostra terra. I produttori hanno compreso perfettamente che produrre pulito è loro interesse e si sono attrezzati per farlo: agricoltura di precisione, pulizia delle acque, biotecnologie e limitazione di fitofarmaci e fertilizzanti chimici sono concetti ormai più che acquisiti. Lo stesso non si può dire, a causa di oggettivi problemi finanziari, per alcuni enti locali che non hanno risorse sufficienti per rinnovare gli impianti ecologici”.