Pubblicato il: 15/06/2020 18:18
Una novità discografica attesa. L”Otello’ di Verdi interpretato da Jonas Kaufmann e diretto da Antonio Pappano alla guida di Orchestra e Coro di Santa Cecilia è uscito per l’etichetta Sony Classical. Una nuova lettura “che si può fare solo con Kaufmann perché quando sei alle prese con un titolo iconico come ‘Otello’ devi creare una nuova interpretazione senza paura di entrare in una specie di discussione con i capolavori per dare loro vita”, dice Pappano durante la presentazione in streaming cui hanno partecipato più di cento giornalisti da tutto il mondo e durante la quale è stato trasmesso un omaggio del Coro della fondazione che, negli ultimi giorni del lockdown, ha realizzato in remoto un video, con la direzione di Pappano, che mostra i 56 artisti del Coro che intonano ‘Fuoco di gioia’, tratto dal I atto del capolavoro verdiano, che si alternano alle riprese di backstage durante la registrazione dell’opera all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
“E’ un ruolo complesso – dice Kaufmann che ha debuttato in Otello al Covent Garden proprio con Pappano nel 2017 – pieno di emozioni difficili da restituire durante una registrazione discografica perché non si registra eseguendo l’opera dall’inizio alla fine, ma saltando da un punto all’altro in base alla disponibilità del cast. Pappano ci ha sempre caricati di energia, ci ha aiutati moltissimo a trasmettere quelle emozioni”. Nel cast, accanto a Kaufmann, il soprano Federica Lombardi nel ruolo di Desdemona, il baritono Carlos Álvarez in quello di Jago e Virginie Verrez (Emilia), Liparit Avetisyan (Cassio), Carlo Bosi (Roderigo), Riccardo Fassi (Lodovico), Fabrizio Beggi (Montano) e Gian Paolo Fiocchi (Un araldo).
“Serve un’esperienza notevole per mantenere il filo conduttore e la fluidità narrativa dell’opera in sala di registrazione”, ammette Pappano che ‘Otello’ l’ha diretto diverse volte, anche con Placido Domingo in un gala in cui eseguiva solo il IV atto. “Credo che ogni interpretazione sia sempre diversa dalla precedente – sottolinea il tenore tedesco parlando un italiano impeccabile – perché si adatta allo stato mentale e forse anche fisico dell’interprete: ogni sera è diversa perché noi interpreti siamo diversi e vediamo le stesse cose in maniera differente. Verdi con ‘Otello’ ha creato ha creato qualcosa di speciale. Un personaggio attualissimo – sottolinea Kaufmann – uno straniero che in fondo è un guerrieri, un eroe, arrivato a sposare Desdemona, donna bianca e purissima, solo perché ha vinto diverse battaglie combattendo per la Repubblica di Venezia. Questo successo gli consente di entrare a far parte di una società che lo vede però sempre come uno straniero”.
Per Kaufmann proprio il suo “essere un guerriero alla fine lo mette davanti a un bivio: restare vivo con Desdemona coperto di disonore oppure ucciderla e morire con lei salvando l’onore. Ed è proprio la morte di Otello nel finale che ci fa piangere, uno dei pochi momenti di grande dolcezza dell’opera, e che in qualche modo lo riscatta dall’essere un assassino”.
La nuova edizione dell’opera si contraddistingue per lo straordinario equilibrio del cast. “Kaufmann – spiega Pappano – era il punto di partenza di questo progetto. Serviva trovare gli artisti giusti per esprimere tutto quello che, a mio parere, c’è in questa partitura. E l’orchestra ha capito immediatamente la drammaturgia e la vocalità a volte strana e difficile di quest’opera, perché i musicisti italiani hanno nel loro dna il melodramma e la capacità di crescere nell’intelligenza emotiva, un dono prezioso degli artisti”.
Kaufmann, che è anche un grande interprete wagneriano, spiega che in Verdi “c’è una forte componente emozionale che invece manca a gran parte della produzione del compositore tedesco, musicalmente sempre perfetto, ma più spesso epico e poco emozionale. Certo – ammette – il terzo atto del ‘Tristano e Isotta’ è diverso, c’è un forte contenuto emozionale che ne complica l’esecuzione perché è difficilissimo per un interprete che ha già cantato il primo atto, che ha superato lo sterminato e impegnativo duetto d’amore del secondo atto e che si ritrova ad affrontare le infinite trappole esecutive del terzo atto quando è già stanchissimo”. E sui suoi riferimenti alla tradizione interpretativa di ‘Otello’, Kaufmann chiosa: “Francesco Tamagno, il primo interprete del ruolo, non è tra quelli che mi sono piaciuti di più. Il mio rammarico – conclude – è che non l’abbia mai cantato Franco Corelli”.
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