Una grigliata di eco-salsicce, o un burger vegetale nel panino, polpette ricche di ferro e proteine, ma senza carne e quindi senza “vittime” tra gli animali d’allevamento. Cresce l’offerta, nei supermercati e nella distribuzione moderna, di alimenti alternativi alla carne, e un’indagine Ipsos rivela: “Il 45% degli italiani introdurrebbe questi prodotti sostitutivi della carne nella propria alimentazione per il benessere del pianeta. Percentuale che sale al 60% tra gli Under24, quando si dimostra il basso impatto ambientale di questo nuovo stile alimentare”. Tuttavia, rileva l’indagine effettuata per Findus, al momento questa tipologia di prodotti gode di una conoscenza superficiale, tanto che la percentuale maggiore del campione intervistato (il 40%) ha dichiarato di conoscerli “solo di nome”, contro il 28% che invece già li conosce o li ha provati. Al contempo, però, cresce anche la fetta di curiosi: il 29% ha affermato di volerli introdurre nella propria dieta in un prossimo futuro, percentuale che raddoppia (60%) tra chi invece li conosce bene. Lo studio, inoltre, sottolinea come nel corso degli anni sia aumentata la conoscenza del concetto di sostenibilità, che oggi è importante per 9 consumatori su 10. Ma quali sono le qualità ricercate da chi li sceglie? Ai primi posti, praticamente a pari merito, con rispettivamente il 37% e il 36%, ci sono motivi legati alla salute e il loro essere sostenibili. Sull’ultimo gradino del podio, più distanziati (27%), i motivi legati all’etica e al benessere animale. In questo contesto Findus annuncia l’ingresso nel mercato dei prodotti sostitutivi della carne con la linea “Green Cuisine” che, oltre l’Italia, sarà lanciata in altri 11 Paesi. L’obiettivo è di arrivare a oltre 100 milioni di euro di fatturato in tutta Europa entro il 2022. Una produzione che, come evidenzia il colosso dei surgelati e parte del gruppo Nomad Foods, si dimostra più sostenibile rispetto a quelli contenenti proteine animali: per fare un esempio, il burger Green Cuisine ha una Carbon Footprint 7 volte più bassa e un consumo di acqua minore dell’80% rispetto ad un hamburger di carne tradizionale. “Stiamo investendo molto in termini di ricerca e sviluppo – conclude Renato Roca, direttore Marketing di Findus – e intendiamo rivolgerci a tutti, non solo a chi segue una dieta vegetariana o vegana, ma a tutti quei consumatori che desiderano ridurre il consumo di carne, ma non trovano un prodotto altrettanto buono. Findus – precisa – già entra nelle case di 16 milioni di famiglie italiane e ci sembra doveroso fare la nostra parte per aiutare i consumatori a fare scelte più sostenibili. La nostra, insomma, è una call to action per aderire ad una rivoluzione che si combatte a partire dalla tavola”. (ANSA).