Pubblicato il: 24/06/2020 14:47
Pasturs, il progetto pensato per rendere possibile la convivenza fra i grandi predatori (Orso e Lupo) e le attività zootecniche sulle Orobie bergamasche, riparte in sicurezza adeguandosi alle nuove norme imposte dal Covid-19. Nei mesi di luglio e agosto, 30 volontari selezionati e adeguatamente formati si trasferiscono in 10 alpeggi per affiancare i pastori nelle loro attività quotidiane di gestione e protezione delle greggi.
Ad un’efficace convivenza fra i grandi predatori e le attività umane lavora da anni la Cooperativa Eliante Onlus che realizza proprio sulle Orobie il progetto Pasturs, insieme a Coldiretti Bergamo, Parco delle Orobie Bergamasche, Wwf Onlus e con la collaborazione di Regione Lombardia nell’ambito dei progetti Life ‘Natura che Vale’ e Life EuroLargeCarnivores.
Il progetto Pasturs giunge nel 2020 alla sua quinta edizione. “Obiettivo di Pasturs è ridurre le difficoltà per le attività zootecniche locali derivanti dalle possibili incursioni dei grandi predatori promuovendo la coesistenza fra questi e l’uomo – spiega Mauro Belardi, presidente della Cooperativa Eliante Onlus che gestisce operativamente il progetto – Un’attività che parte dall’ascolto dei soggetti interessati, i pastori principalmente, e propone soluzioni costruite insieme alle persone coinvolte e non calate dall’alto”.
“La salvaguardia della biodiversità porta vantaggi a tutti – sottolinea Marco Galaverni, direttore scientifico Wwf – Questo progetto migliora il rapporto di reciproca fiducia tra chi lavora per la conservazione della natura e il mondo dell’allevamento. Pasturs mostra concretamente come sia possibile creare un circolo virtuoso che da una parte riduce il rischio di estinzione di specie protette e dall’altra migliora la qualità del lavoro di chi sulle Orobie da decenni porta avanti la propria attività zootecnica, spesso con effetti benefici sulla stessa biodiversità. Il Wwf Italia si avvarrà della collaborazione della sede locale Wwf Bergamo – Brescia, da anni partner di progetto”.
Protagonisti del progetto Pasturs, oltre ai pastori delle Orobie, sono giovani volontari maggiorenni che, adeguatamente formati, vivono per un certo periodo negli alpeggi con i pastori stessi, per aiutarli ad adottare misure efficaci di protezione delle greggi, quali ad esempio la sorveglianza diretta delle greggi stesse, l’utilizzo di cani da guardiania addestrati per lo specifico compito, l’installazione di ricoveri notturni o di recinzioni elettrificate mobili, che permettono lo spostamento frequente delle pecore.
I volontari lavorano anche con i turisti presenti nell’area, raccontando il progetto e sensibilizzando ad un comportamento corretto nei confronti delle attività di alpeggio. Il progetto Pasturs contribuisce così a uno sviluppo più sostenibile del ‘sistema montagna’ e ad incentivare forme di marketing territoriale, con attività di eco-turismo o con lo sviluppo di prodotti quali formaggi e insaccati prodotti dai pastori stessi.
Fra i tanti alpeggi coinvolti nell’edizione 2020 ci sono Alpe Vodala, Alpe Fontana Mora, Alpe Neel, Alpe Manina, Alpe Fles, Alpe Zo, Alpe Grabiasca, Alpe Venano. Dal 2016 il Progetto Pasturs ha coinvolto 10 alpeggi, che gestiscono circa 8.000 pecore, e circa 200 volontari.
“Proseguiamo con convinzione nel sostenere il progetto Pasturs perché la continuità di tali esperienze è importante per produrre il cambiamento culturale necessario alla tutela sia dell’ambiente che delle necessità degli operatori agricoli sullo stesso territorio”, commenta Gianfranco Drigo, direttore Coldiretti Bergamo.
E Yvan Caccia, presidente del Parco delle Orobie Bergamasche, conclude: “Ci fa molto piacere che anche in questo difficile anno Pasturs riesca a ripartire. Vivere il nostro territorio con consapevolezza può senz’altro aiutare chi partecipa al progetto a recuperare un prezioso contatto con la natura e d’altra parte l’aiuto dei volontari di Pasturs è sempre importante per la valorizzazione delle nostre aree ricche e generose”.
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