Il Presidente del Sindacato Infermieri Italiani annuncia ufficialmente lo svolgersi della manifestazione nazionale che porterà in piazza colleghi provenienti da tutte le Regioni
ROMA – Tutti in piazza, a manifestare pacificamente, ma con coraggio e soprattutto quella rabbia costruttiva e positiva che mesi e mesi di battaglie nelle corsie non hanno affievolito. Uniti da un unico straordinario legame: essere Infermieri, Infermieri italiani.
Il prossimo 4 luglio, a Milano, gli infermieri uomini e donne che hanno difeso la nostra vita contro il covid-19, metteranno in atto una sorta di “flash mob dei flash mob”: ad organizzarlo, con l’energia di sempre, i professionisti del Nursing Up che, assieme a colleghi provenienti da tutte le Regioni, porteranno nelle strade le istanze legittime di chi ha rischiato la propria vita con professionalità, ed umanità da vendere, dimostrando ancora una volta che sotto quel camice batte un cuore forte e generoso.
«Ci avviciniamo ad una data importante nel nostro percorso di lotte per la rivendicazione della nostra valorizzazione di professionisti esemplari, dice De Palma. Ma in questo momento il nemico peggiore che non abbiamo ancora sconfitto è rappresentato dall’indifferenza di una classe politica che ignora sistematicamente le richieste degli infermieri, che ci nega quell’aumento di stipendio che meritiamo da tempo, che non si prodiga nel qualificare con un nuovo percorso giuridico-contrattuale la nostra figura lavorativa. E allora, continua De Palma, mi rivolgo a tutte le associazioni, a tutti i movimenti, a tutte le organizzazioni di infermieri, a tutti i singoli colleghi.
Il 4 luglio non sarà solo la manifestazione del Nursing Up, ma la giornata degli infermieri italiani che a voce alta invocano di essere ascoltati e finalmente, si spera, instradati verso i tanti attesi cambiamenti che non possono rimanere solo un urlo nel silenzio. Il 4 luglio, chiosa De Palma, sia l’inizio di una nuova era, l’era di quelli che credono in una professione straordinaria, anche se ingabbiata in un sistema sanitario che, come in un vicolo cieco, non ci consente vie di uscita se non la lotta dura».