Per la prima volta è stata osservata la luce emessa dalla collisione di due buchi neri che, fondendosi, hanno dato origine a un buco nero molto massiccio e che, durante la sua nascita violenta, ha liberato un getto di gas accompagnato da un bagliore. Pubblicata sulla rivista Physical Review Letters, la scoperta si deve al gruppo del California Institute of Technology (Caltech) guidato da Matthew Graham, e a quello della City University di New York (Cuny) diretto da Saavik Ford.
L’evento è un altro risultato dell’astronomia multimessaggera, che studia il cielo utilizzando segnali di tipo diverso. Fra questi, le onde gravitazionali sono state le prime a intercettare la collisione. Il segnale, chiamato S190521g, era stato catturato il 21 maggio 2019 dai rivelatori Advanced Virgo, che si trova in Italia, a Cascina (Pisa) e fa capo all’Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego), cui l’Italia collabora con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), e dai due interferometri gemelli di Advanced Ligo, negli Stati Uniti.
Lo stesso evento è stato poi analizzato dagli astronomi del Caltech nell’ambito del progetto Zwicky Transient Facility (Ztf), che mappa il cielo con l’Osservatorio californiano Palomar. E’ stato individuato così un segnale luminoso proveniente dalla stessa regione del cielo da cui era arrivato il segnale delle onde gravitazionali. Il bagliore, rileva Graham, “probabilmente è il risultato della fusione, ma non possiamo escludere completamente altre possibilità”.
Per Ford è pobabile che i due buchi neri abbiano “danzato una sorta di minuetto che li ha portati ad avvicinarsi fino a fondersi, formando un nuovo buco nero più massiccio. Al momento della sua nascita violenta, il nuovo buco nero ha subito un ‘calcio’ che lo ha scagliato in una direzione casuale nel gas del disco. E’ stata la reazione del gas a questo proiettile accelerato che, secondo Barry McKernan della Cuny ha generato il bagliore visto con i telescopi.