Produciamo troppi rifiuti elettronici, e il loro volume aumenta di anno in anno. A confermare quello che, in fondo, era già sotto gli occhi di tutti è il Global E-waste Monitor 2020, il report pubblicato annualmente dalle Nazioni Unite. Sarebbero ben 53,6 milioni le tonnellate di rifiuti elettronici prodotte solo nel 2019, con un aumento del 21% in soli cinque anni. Se non cambieremo qualcosa nelle nostre abitudini di consumo, di questo passo entro il 2030 raggiungeremo 74 milioni di tonnellate, arrivando a raddoppiare la mole di rifiuti elettronici prodotti annualmente in appena 16 anni.
Ciò che, però, fa ben sperare è che negli ultimi anni sta aumentando anche il mercato dei prodotti ricondizionati, che consentono non solo di limitare il volume dei rifiuti elettronici, ma anche il costo economico e ambientale connesso alla produzione di dispositivi nuovi. Le stime Onu prevedono che entro il 2022, il valore del mercato dei ricondizionati arriverà a valere 100 milioni di euro, raddoppiando in appena cinque anni.
Il trend è confermato anche da Refurbed, startup che si occupa di prodotti tecnologici rigenerati. Dal 2017, anno della sua fondazione, ad oggi, Refurbed ha visto raddoppiare di anno in anno il volume delle richieste da parte degli utenti. Secondo i fondatori dell’azienda ad incidere su questo rapido incremento è da un lato un crescente interesse per l’ambiente da parte dei consumatori, dall’altro una maggiore e migliore informazione circa questi prodotti.
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