Favolacce dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo e Volevo nascondermi di Giorgio Diritti trionfano alla 60esima edizione del Globo d’Oro, i premi conferiti dall’Associazione della stampa estera in Italia.
L’opera seconda dei D’Innocenzo ha vinto come Miglior regia e Miglior sceneggiatura. Il film su Antonio Ligabue, invece, Miglior film e Miglior fotografia.
ll comitato del premio, presieduto da Alina Trabattoni di Eurovision e Claudio Lavanga di NBC News, ha raccontato e presentato i vincitori attraverso un viaggio nei cinema di Roma.
“Non c’è posto migliore delle sale cinematografiche per celebrare il cinema italiano, soprattutto in un momento difficile come questo. Speriamo sia di buon auspicio per il futuro”, hanno commentato. Le statuette, infatti, sono state consegnate ai vincitori in alcune delle sale cinematografiche della Capitale, ancora chiuse dopo il lockdown: un’iniziativa della stampa estera per dare sostegno al settore in questo momento difficile.
I migliori attori protagonisti sono Pierfrancesco Favino per la sua interpretazione in Hammamet, Valeria Bruni Tedeschi per Aspromonte – La terra degli ultimi. Favino stringendo il premio seduto su una delle poltrone del Greenwich a Testaccio ha lanciato un messaggio perché le barriere che bloccano oggi i cinema e i lavoratori dello spettacolo cadano presto: “Ricevere questo riconoscimento rappresenta un’occasione unica per me- ha detto – soprattutto in questo momento in cui il cinema vive una situazione difficile. Ho scelto questa sala perche’ è del mio quartiere, non vedo l’ora che cadano queste distanze e che si torni a dire ‘zitti!’ nel buio della sala, gomito a gomito”. Per Bruni Tedeschi “essere premiati è come ricevere delle carezze, è come incontrarsi, e per me il cinema è prima di tutto incontro.
Il film di Mimmo Calopresti lo trovo bellissimo”. Ad aggiudicarsi il premio Miglior serie Tv è The New Pope di Paolo Sorrentino che commenta: “tutti i premi, dall’Oscar in giù, sono una gratificazione al proprio ego, qualche volta ci vogliono”. E per la nuova categoria Miglior Commedia vince il già campione di incassi e critica Tolo Tolo, diretto da Luca Medici, in arte Checco Zalone.
“Ricevere un premio dalla Stampa Estera in un momento difficile come questo è importante – commenta Medici nel suo video, indaffarato a parlare mentre pulisce disinvolto il premio con il gel disinfettante – soprattutto come segno della fiducia tra i popoli che in questo momento viene a mancare”.
Tra le poltrone del cinema Quattro Fontane, nel centro di Roma, i D’Innocenzo hanno ribadito quanto sia importante incontrarsi in un cinema in questo periodo: “Questo è un cinema che amiamo tantissimo – hanno rivelato – è come fosse un parente, siamo onorati di celebrarlo con questo premio. Scoprire come questo film sia stato riconosciuto da chi appartiene ad altre culture, riuscendo a connettersi con i temi in senso universale, per noi è motivo di grande soddisfazione”. Giorgio Diritti, è stato accolto tra le file del Tibur, nel quartiere di San Lorenzo, in cui il regista ha voluto ricordare proprio l’importanza di riaprire e far ripartire il cinema: “È un grande onore ricevere questo riconoscimento – ha sottolineato che ha un enorme valore nel nostro Paese e all’estero. Questo premio è anche una buona occasione per far ripartire il cinema, io lo sento come un segno per tutti quanti, come me, amano il cinema e amano calarsi nel silenzio per condividere un sogno, un’immaginazione, un’esperienza”. Ed è ancora il suo film che vince anche la Miglior Fotografia, firmata da Matteo Cocco, ospitato nella sala dell’InTrastevere di Trastevere.
Musa e icona della storia del cinema italiano, Sandra Milo riceve negli studi di Cinecittà il premio alla Carriera: “Un riconoscimento così bello e prestigioso mi emoziona e riempie d’orgoglio, e poi riceverlo qui, nel tempio dell’arte straordinaria che è il Cinema”. La categoria Giovane Promessa ha premiato Virginia Apicella, protagonista di Nevia, che ha ricevuto negli spazi del Farnese, a Campo de’ Fiori, il suo primo Globo d’Oro. Ed è il film Picciridda di Paolo Licata a ricevere il riconoscimento come Miglior Opera Prima, aggiudicandosi anche la Miglior Colonna Sonora, firmata da Pericle Odierna. Per la categoria dei Documentari il premio va Vulnerabile bellezza, di Manuele Mandolesi e, per i Cortometraggi, L’amore oltre il tempo, di Emanuele Pellecchia.
Chiude un’eccellenza, il costumista di fama mondiale, Carlo Poggioli, insignito del Gran Premio della Stampa Estera.