(ANSA) – ROMA, 16 LUG – “Soffro di asma da tutta la vita, e questo virus a quanto pare attacca i polmoni più spesso che qualsiasi altra parte del corpo. Mi sono reso conto che avrei potuto davvero tirare il mio ultimo respiro in quella stanza della mia casa che era stata un rifugio e ora era diventata una specie di fortezza, e stavo iniziando a sentirla come la mia prigione. Mi sono ritrovato solo, nella mia stanza, a vivere da un respiro all’altro..”. E’ quanto confida il regista Martin Scorsese in un’intervista al direttore de La Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro.
“A febbraio, quando mi sono reso conto che tutto si stava fermando – una ‘pausa’, si diceva – e che io e mia moglie avremmo dovuto metterci in quarantena e rimanere a casa per un periodo di tempo indefinito, l’ansia ha fatto la sua apparizione. Una nuova forma di ansia. L’ansia di non sapere nulla. Proprio nulla”, prosegue Scorsese. “Poi, qualcosa… è arrivato. Si è posato su di me e dentro di me. Non so descriverlo diversamente. All’improvviso ho visto tutto da un punto di vista diverso, migliore. Sì, non sapevo ancora che cosa sarebbe successo, ma non lo sapeva nessuno. Avrei potuto ammalarmi e non lasciare mai più quella stanza, ma, se fosse accaduto, non avrei potuto farci niente. È divenuto tutto più semplice – racconta ancora il regista premio Oscar – e ho provato un senso di sollievo. E questa consapevolezza mi ha riportato agli aspetti essenziali della mia vita. Ai miei amici e alle persone che amo, alle persone di cui devo prendermi cura”. (ANSA).