(ANSA) – AOSTA, 17 LUG – “Alla luce della sentenza appaiono ancora più gravi, scandalose ed imperdonabili le vicinanze e gli intrecci della politica con i capi clan della ‘locale’, noti pregiudicati”. E’ il commento del consigliere regionale Alberto Bertin (Rete civica) alla condanna, da parte del gup di Torino, dei 12 imputati nel processo con rito abbreviato scaturito dall’inchiesta Geenna sulla ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.
“E non si può dire – scrive Bertin su Facebook – che non si sapesse chi fossero, per anni ne ho parlato pubblicamente anche in consiglio regionale, alla presenza di molti di quei politici.
Non è stato un fulmine a ciel sereno (citando qualcuno). Che questa sentenza serva a prender ulteriormente consapevolezza della gravità della situazione, ad alzare un muro nei confronti della ‘ndrangheta e di certi comportamenti”.
“Con la sentenza di oggi – afferma il consigliere regionale – per la prima volta viene accertata giudiziariamente l’esistenza di una ‘locale’ ‘di ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. Una struttura organizzata e autonoma della ‘ndrangheta di pertinenza regionale con un assetto stabile, delle funzioni, un organigramma eccetera. Insomma, una rappresentanza ufficiale della ‘ndrangheta in Vda (si dice che la ‘ndrangheta funzioni come il franchising). Un fatto estremamente rilevante e non soltanto sul piano giudiziario, che evidenzia ulteriormente oltre alla presenza, conosciuta da tempo da chi voleva vedere, anche il radicamento sul territorio”. (ANSA).