Nell’altro ramo del Parlamento, alla Camera il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è intervenuto al question time: «Con una stima prudenziale – ha detto – si può indicare in almeno 1,5 milioni i posti di lavoro che sono stati salvati dalle misure del governo». Parlando poi di fisco, il responsabile di via XX Settembre ha annunciato che finora si è stabilita «la sospensione dei versamenti di marzo, aprile e maggio con ripresa da settembre per tutti i contribuenti con perdite» ma «è intenzione del governo utilizzare il prossimo scostamento per rimodulare ulteriormente questo pagamento previsto per settembre riducendo significativamente l’onere per i contribuenti per il 2021».
Il nuovo scostamento di bilancio da chiedere al Parlamento verrà deciso nel Consiglio dei ministri convocato in serata. Si va verso ulteriore deficit per 25 miliardi. Buona parte dei fondi (da 20 a 25 miliardi) derivanti dalla richiesta di nuovo deficit che sarà ufficializzata nel Consiglio dei ministri della serata di mercoledì 22 luglio sarà destinato alla Cig Covid, agli enti locali e agli incentivi alle imprese per le assunzioni. La voce più consistente riguarderà il rifinanziamento della cassa integrazione, accompagnata da un meccanismo di incentivi-disincentivi per ridurre le richieste di ammortizzatori e accompagnare le aziende al ritorno alla normalità dopo la crisi da pandemia. L’intervento farà parte della “’manovra d’agosto” che sarà presentata dopo il via libera delle Camere – il prossimo 29 luglio – alla nuova richiesta di scostamento. Nel pacchetto lavoro dovrebbe trovare spazio anche la proroga dello stop ai licenziamenti (legata alla proroga della Cig), delle indennità di disoccupazione e dello smart working anche nel privato fino alla fine dell’anno. Altre risorse andranno a Comuni e Regioni e alle scuole, per la ripartenza di settembre.
Conte: impegno politico intenso ha confermato 750 mld
«Un intenso impegno politico e diplomatico iniziato ben prima del vertice ha consentito di vedere confermato il volume complessivo della proposta: 750 miliardi di euro, quindi la proposta è rimasta integra» ha rivendicato Conte parlando nell’Aula di Palazzo Madama.
«Nonostante rigidità sapevamo di non poter fallire»
A Bruxelles «è stata confermata una risposta ambiziosa, adeguata alla posta in gioco. E in questa prospettiva abbiamo lavorato non solo per preservare il nostro Paese ma anche le prerogative delle istituzioni Ue, da alcuni tentativi insidiosi» nei confronti della stessa Europa. «Ci sono stati dei momenti in cui la rigidità delle differenti posizioni sembrava insuperabile – ha ammesso il presidente del Consiglio – Ma anche in quei momenti continuava a maturare la consapevolezza di un profondo senso di responsabilità. Non potevamo fallire, accedere a un mediocre compromesso o rinviare la soluzione».
«Voto a maggioranza nostra linea rossa»
Conte nel suo intervento ha evidenziato che un altro risultato politicamente rilevante «dell’intensa azione politica e diplomatica è che il meccanismo di governance preserva le prerogative della commissione Ue. I piani nazionali – ha spiegato – saranno approvati dal Consiglio a maggioranza qualificata ma singoli esborsi saranno decisi dalla commissione Ue. Anche il freno di emergenza avrà una durata massima di tre mesi e non potrà prevedere un diritto di veto». Il meccanismo dell’«unanimità avrebbe imprigionato lo strumento chiave della ripresa in veti incrociati tra Paesi membri. Su questo punto l’Italia ha tenuto la sua linea rossa».
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