Il premier: “Non vogliamo nuove restrizioni”. Sul caso della mancata zona rossa ad Alzano spiega: “Solo il 5 marzo venni a sapere del verbale del 3 marzo, a quel punto il Cts chiedeva misure più restrittive”
“L’Italia sta facendo bene” Le disposizioni, si legge nel provvedimento, “si applicano dalla data del 9 agosto in sostituzione di quelle del decreto del presidente del Consiglio dei ministri 11 giugno 2020, come prorogato dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri 14 luglio 2020 e sono efficaci fino al 7 settembre 2020”.
“Siamo in sostanziale stabilità della curva epidemiologica con lievi segnali di ripresa dei contagi – ha aggiunto il capo del governo -. Stiamo facendo bene, anche meglio di altri Paesi. Siamo stati il primo Paese occidentale colpito dal virus ma siamo usciti dalla crisi più acuta prima degli altri. Il tasso dell’Italia per contagi è tra i più bassi dell’Unione europea. Riceviamo attestati da tutto il mondo ma è merito di voi cittadini perché è col vostro comportamento responsabile che otteniamo risultati”.
Ai giovani: “Siate responsabili” Ai giovani il presidente del Consiglio ha lanciato un appello: “Non vogliamo nuove restrizioni, anzi abbiamo previsto altre ripartenze ma tutto questo va fatto con intelligenza: non dobbiamo tornare indietro e vanificare gli sforzi”. “Capisco che i giovani abbiano il desiderio di movida, ma bisogna muoversi in modo responsabile. In gioco c’è la salute dei vostri cari”, ha osservato.
Sul caso zone rosse-Cts, “governo si assume le sue responsabilità” Sul caso della mancata zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, nonostante il parere del Cts del 3 marzo, Conte ha spiegato: “Del verbale del 3 marzo del Comitato tecnico scientifico che chiedeva misure restrittive per quelle due zone sono venuto a conoscenza il 5 marzo e, dopo un supplemento di valutazione, fu il Cts tra il 6 e il 7 marzo a convincersi che servisse chiudere l’intera Lombardia. Poche ore dopo ci siamo confrontati con i ministri e io tra le due e le tre di notte ho firmato il nuovo Dpcm per tutta la Lombardia”.
Il premier ha ripetuto quanto detto ai magistrati di Bergamo che indagano sulla mancata zona rossa nei due Comuni del bergamasco. E ha provato a stoppare la polemica nata dalla pubblicazione del verbale del 3 marzo, che chiedeva di isolare i due Comuni vista la crescita dei contagi. Lo ha fatto al termine di una giornata di polemiche, con la Lega all’attacco, a chiedere al premier di dimettersi e ai giudici di mandarlo a processo anche per la decisione del lockdown in tutta Italia.
“Man mano che vengono pubblicati i verbali ci sarà il giochino per dire su quale misura il governo si sia discostato. Le nostre valutazioni sono sempre state complesse. Vorrei precisare, come abbiamo ripetuto tante volte, che il governo si è assunto sempre la responsabilità politica delle proprie decisioni nel segno della discrezionalità politica e non delegando mai ad altri la responsabilità di queste decisioni”, ha concluso.