Lo studio, pubblicato sulla rivista eNeuro, ha aperto le porte a nuovi orizzonti: i ricordi vengono immagazzinati in una molecola simile al Dna, che funziona come una microscopica schedina di memoria
“Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”, scriveva il grande Shakespeare nella Tempesta. E, a prescindere dalla capacità di ricordarlo, ogni uomo la notte sogna. Ora pare che i ricordi si possano anche trasferire, così magari se non ricordate cosa avete sognato voi, lo farà qualcun altro.
Scherzi a parte, lo scienziato americano David Glanzman dellʼUniversità di Los Angeles ha dimostrato che i ricordi sono fatti di materia, nello specifico di una molecola simile al Dna, l’Rna, che, se trasferita da un animale all’altro, consente di trasmettere l’engramma, ossia la traccia mnemonica del primo al secondo animale.
Questi, in sintesi, i risultati dell’esperimento condotto con lumache di mare: lo scienziato californiano avanza l’ipotesi che il ricordo sia immagazzinato in una molecola specifica di Rna, che funziona come una microscopica schedina di memoria.
A lungo si è supposto che le tracce mnemoniche rimanessero incise sui ponti di comunicazione tra neuroni, le sinapsi, e che la formazione e il consolidamento di un ricordo coincidesse con la formazione di ulteriori sinapsi.
Ora lo studio sulle lumachine di mare, pubblicato sulla rivista eNeuro, ha aperto le porte a nuovi orizzonti, ossia che la formazione del ricordo sia mediata dalla produzione di molecole specifiche di Rna, con corrispondenti cambiamenti dell’attività dei geni.
Glanzman ha dimostrato che prelevando una molecola specifica di Rna da una lumaca e trasferendola a un’altra, si può ‘passare’ il ricordo della prima alla seconda lumaca. Nello specifico, Glanzman ha toccato la coda di una lumachina di mare, infastidendola: l’animale, per riflesso, ha avuto una reazione difensiva involontaria.
Lo scienziato successivamente ha isolato l’Rna che si è generato nel suo sistema nervoso in seguito all’esperienza fastidiosa e lo ha inoculato in un secondo animale la cui coda non era mai stata sollecitata.
Incredibile ma vero, la seconda lumachina di mare ha messo in atto lo stesso riflesso difensivo pur non avendo subito alcun fastidio alla coda, solo per aver ricevuto il ricordo, sotto forma di Rna, del primo animale.
Un risultato che potrebbe, in futuro, aprire la strada alla manipolazione dei ricordi attraverso le molecole di cui sono fatti.