Voglia di tintarella, senza dimenticare i consigli degli esperti. «Le attenzioni prima di esporsi al Sole sono sempre le stesse, ma quest’anno vale la pena di sottolinearle», dice Pasquale Frascione, responsabile dell’unità operativa di dermatologia oncologica e prevenzione dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma. L’obbiettivo è evitare che il rapido passaggio dal lockdown alle vacanze faccia «dimenticare» ogni regola.
Esporsi al Sole, oltre che rilassante, è uno strumento da far fruttare sulla via della longevità. Sdraiarsi su un lettino fa bene al corpo (non solo alle ossa), ma anche alla mente. La vitamina D, oltre a preservare la mineralizzazione delle ossa e prevenire l’osteoporosi, regola le risposte immunitarie, protegge dalle infezioni e riduce il rischio cardiovascolare.
Esiste anche un rovescio della medaglia: l’esposizione eccessiva favorisce l’invecchiamento cutaneo e lo sviluppo di tumori (melanomi e non). Come trovare, allora, un equilibrio? Dipende dalle caratteristiche della propria pelle. Gli individui di carnagione scura possono esporsi con più tranquillità, chi ha la carnagione chiara deve fare più attenzione. Troppo fa male e poco fa peggio. «Diversi studi confermano che la carenza di vitamina D è inversamente correlata con la mortalità per eventi cardiovascolari e per cancro e che l’integrazione dietetica di vitamina D3, quando necessaria, riduce globalmente la mortalità», spiega Giampiero Girolomoni, direttore della clinica dermatologica dell’azienda ospedaliero-universitaria di Verona.
Poiché siamo rimasti in casa a lungo, la pelle non è stata esposta al Sole primaverile. Per questo, al mare o in montagna, occorre seguire il principio della gradualità. Esporsi al Sole senza precauzioni significa il rischio di macchie sulla cute, eritemi e cheratosi attiniche che, nel tempo, potrebbero evolvere in tumori della pelle. Bisogna, quindi, controllare l’orologio: meglio evitare le fascia centrale del giorno (dalle 11 alle 16) e cominciare con mezz’ora di esposizione nei primi giorni. Dopodiché occorre ricordarsi che l’ombrellone lascia passare oltre un terzo delle radiazioni ultraviolette e – per la stessa ragione – non ci si deve fidare del cielo nuvoloso.
Quando si fa il bagno, l’acqua intensifica l’esposizione (lo stesso accade con l’altitudine). Mai dimenticare, poi, gli occhi, che vanno protetti con occhiali adatti (con filtro anti-UV, antiriflesso). Fondamentale è la crema protettiva: il tipo va scelto non solo sulla base del fototipo ma del tipo di pelle. Più la carnagione, gli occhi e i capelli sono chiari, più il fattore di protezione dev’essere elevato. Non si dovrebbe mai scendere sotto il 20. Per i giovani via libera agli spray, mentre nei bambini meglio il latte solare.