CERVIA – La spasmodica attesa di tornare in campo per ricominciare a praticare quello che più amano, ma anche la consapevolezza che non sarà come prima, aggiunta alle preoccupazioni per le tante incognite che ancora regnano. E’ il coacervo di sensazioni e stati d’animo che vivono i tennisti alla vigilia della ripresa del circuito professionistico maschile: due settimane dopo il via di quello femminile Wta con il “Palermo Ladies Open”, è il challenger di Todi (insieme a quello di Praga dopo la cancellazione dell’ATP 500 di Washington) a segnare la ripartenza del tour – sabato 15 via alle qualificazioni – con tutti i protocolli e le precauzioni del caso visto che il covid-19 è tutt’altro che sparito. Federico Gaio, numero 130 della classifica mondiale, è uno dei protagonisti più attesi dell’appuntamento sulla terra umbra dopo la cancellazione dei top 100 in cima all’iniziale entry list, che hanno preferito tentare la strada delle qualificazioni del Masters 1000 di Cincinnati (quest’anno trasferito a Flushing Meadows, poi sede degli US Open).
“Che voglia di ricominciare, ma tante incognite”
“Sono passati molti mesi dall’ultimo torneo internazionale, l’attesa è stata lunga e siamo quindi molto contenti di ritornare in campo, finalmente – ammette il 28enne di Faenza, che ha rifinito la preparazione a Cervia prima di raggiungere per sottoporsi al tampone come previsto, per poi attendere l’esito chiuso in hotel -. Adrenalina? Sicuramente c’è, riprendere dopo uno stop così lungo non sarà facile, ma la voglia è davvero tanta. Però è giusto riconoscere che c’è anche un pizzico di tensione: non sai esattamente cosa ti aspetta visto che il circolo si potrà frequentare solo per partite e allenamenti, mentre nel resto del tempo tocca rimanere in albergo. E per via dei protocolli di sicurezza legati al coronavirus i tornei sono strutturati e organizzati in maniera diversa da come eravamo abituati, quindi sono alle prese con un insieme di emozioni contrastanti”.
Gaio con il preparatore atletico Umberto Ferrara, secondo da destra e il coach Daniele Silvestre, primo da sinistra (foto Spadoni/Net-Gen)