OSWIECIM – Hockey su ghiaccio, Eliezer Sherbatov firma con i polacchi dell’Oswiecim. Sarebbe una notizia come le altre se non fosse che Sherbatov è israeliano, nonché capitano della nazionale, e che Oswiecim in tedesco altro non è che Auschwitz, il luogo tristemente famoso durante la seconda guerra mondiale dove i tedeschi avevano allestito il campo di concentramento in cui morirono un milione e centomila ebrei.
“Fiero mie origini”
Apriti cielo. La notizia ha subito scatenato roventi polemiche. Il diretto interessato, però, replica così alle accusa di tradimento: “Lo so, ci sono tanti ebrei che mi considerano così perché ho firmato per l’Auschwitz, ma io rispondo che ciò che accadde quasi ottanta anni fa non verrà mai dimenticato. Ed ecco perché io, adesso, voglio far vedere ai giovani del mio paese che devono essere fieri delle loro origini e che ora tutto è possibile, anche che un ebreo giochi per la squadra di qui”. Nel 2020 ricorre il 75/o anniversario della liberazione dei prigionieri di Auschwitz da parte degli alleati, e per Sherbatov il modo migliore di sottolinearlo sarebbe “essere un giocatore chiave del team di Oswiecim e vincere il campionato, perché riuscirci giocando per questa squadra vorrebbe dire giocare non solo per me stesso ma anche per onorare la memoria di tutte le vittime di Auschwitz. E’ come dire ‘un ebreo è tornato qui, e ha vinto per voi”.
Giudizi contrastanti in Israele
Nato a Rehovot, vicino Tel Aviv, da una famiglia di ebrei russi, Sherbatov è cresciuto in Canada, a Montreal, dove gli è venuta la passione per l’hockey su ghiaccio, sport più amato da quelle parti. Continuando a praticarlo, ha realizzato il sogno di diventare giocatore professionista, e in passato ha giocato in vari paesi d’Europa e in Kazakhstan. Ora l’avventura in Polonia, decisione aspramente criticata dalla stampa d’Israele da alcuni rabbini che lo accusano di essere “un rinnegato, un traditore del popolo ebreo”. In sua difesa è invece intervenuto un posto sull’account Twitter dell”Auschwitz-Birkenau Memorial and Museum’ in cui si dice che “la storia di #Auschwitz mostra il pericolo degli stereotipi percepiti dagli altri…per fortuna Sherbatov capisce meglio tutto ciò”. Il diretto interessato poi aggiunge: “L’Olocausto è stato qualcosa d’inimmaginabile, ma adesso dietro di noi c’è un’intera nazione, Israele, che ci protegge”.
Fonte www.repubblica.it