Le parole sul futuro di Gonzalo Higuain sono una doccia gelata per la dirigenza bianconera. Non è un mistero che il Pipita sia nella lista partenti anche per quest’anno, la terza stagione consecutiva vissuta in una precarietà dorata: il primo anno ci fu la partenza per Milano, dirottato poi a Londra da Sarri, mentre lo scorso il braccio di ferro lo vinse l’argentino. Diventa difficile alleggerire il monte ingaggi, svecchiare la squadra, concretizzare la caccia a quel numero 9 che, nei piani bianconeri, dovrebbe fare da spalla a Ronaldo: “Il 24 tornerò ad allenarmi e ho ancora un anno di contratto, dovrò presentarmi in Italia – le parole a Fox Sports -. Poi vedremo cosa accadrà con il nuovo allenatore, sarà una situazione diversa”. Una posizione analoga a quella espressa qualche giorno fa dal padre del Pipita.
Contratto d’oro
A 32 anni compiuti, Higuain sta per iniziare l’ultimo anno di contratto in bianconero. Un accordo che garantisce all’attaccante circa 7,5 milioni di euro a stagione, cifra che lievita a quasi 15 con i contributi. Stipendio alto per un attaccante di riserva, che appesantisce il monte ingaggi e ingolfa la campagna acquisti di Paratici, a suo agio quando deve acquistare, meno quando c’è da potare la rosa. La chiave che permise di soffiare Higuain al Napoli, un contratto lungo e a cifre altissime, si è trasformata in uno degli ostacoli per la Juventus: “Non mi sento un traditore e non mi sono mai pentito di essere andato via da Napoli, sono scelte che si fanno in carriera. Tanti giocatori sono passati dal Boca al River, o dal Barcellona al Real Madrid, o dall’Inter al Milan. Tipo Ronaldo o Pirlo. Ma quando ti chiama la Juve che fai, dici no? Andai lì per vincere la Champions League e per poco non ci siamo riusciti. Ritornare a Napoli? Ora con il Coronavirus posso tornarci, coprendo la faccia con la mascherina così nessuno mi riconosce”.
Il bilancio di una stagione
Un’annata da dimenticare per il Pipita, chiusa con 11 gol e 8 assist in 44 partite oltre che con il suo record di reti in campionato eguagliato da Immobile e con l’eliminazione dalla Champions a opera del Lione: “Il più grande club d’Italia non può essere eliminato dal Lione. I club francesi hanno avuto tanto tempo per preparare una sola partita, noi invece abbiamo giocato 12 gare in un mese e mezzo e a fine campionato eravamo stanchi. Il lockdown per me è stato terribile, a casa avevo anche una situazione difficile con mia madre, tornare quello di prima non era facile. All’inizio è stato difficile, pensavo fosse una follia tornare a giocare, ero sicuro che la vita fosse più importante dei soldi, ma hanno finito per vincere i milioni e il potere che ha il calcio”.
Il futuro
Il passo successivo della carriera di Higuain non sarà in panchina, (“gli allenatori iniziano con i capelli neri e dopo due anni iniziano ad averli bianchi”). Più probabile un passaggio in MLS: “Molti giocatori vanno alla MLS, sarebbe bello ma adesso sono qui, vediamo cosa succede”. Agli sgoccioli anche la sua carriera in Albiceleste, la fine di una generazione di grandi giocatori che ha forse raccolto troppo poco con la maglia della nazionale nonostante la stella Leo Messi: “Dove andrà Leo? Non so se lascerà il Barcellona, è una situazione difficile e solo lui può saperlo. Lui e Ronaldo condividono il fuoco interiore di voler restare nell’elite del calcio, ma non è facile. Credo di essere stato uno dei migliori partner d’attacco di Messi, in futuro in Argentina si ricrederanno. Il mio erede? Lautaro Martinez ha grandi possibilità, è giovane, ha qualità e spero possa essere il 9 della Nazionale per tanti anni”.
Fonte www.repubblica.it