(ANSA) – MILANO, 19 AGO – Negli ultimi venticinque anni si
sono quadruplicati i Paesi che offrono alle imprese almeno un
incentivo per la ricerca e lo sviluppo. Molti Paesi hanno,
inoltre, intrapreso la strada degli incentivi legati a nuovi
percorsi di crescita, come quello a sostegno degli investimenti
focalizzati all’industria 4.0 o alla eco-sostenibilità. E’
quanto emerge da una analisi dell’Osservatorio sugli incentivi
alle imprese di Deloitte.
Gli incentivi alla ricerca e sviluppo e all’innovazione sono “correlati alla crescita e all’aumento dell’occupazione”, è
evidenziato nella ricerca. Guardando allo scenario globale
emerge che se nel 1995 erano 12 i Paesi Ocse che offrivano alle
imprese almeno un incentivo alla ricerca e sviluppo, nel 2004
questi Paesi crescono a 18, fino ad arrivare a superare i 50 nel
2020. La Francia ed il Canada sono sicuramente i modelli da “seguire per la stabilità e la semplicità degli incentivi”.
L’Osservatorio rileva inoltre che per stimolare la ripresa
della crescita economica non è “necessario introdurre nuovi
incentivi” ma sarebbe sufficiente che “buona parte delle risorse
del Recovery Fund venissero utilizzate per un’estensione di
almeno a 5 anni dell’attuale piano Transizione 4.0, sia per il
credito d’imposta investimenti, sia per il credito d’imposta
ricerca, sviluppo e innovazione”. Non meno importante sarebbe
prevedere un “potenziamento degli incentivi che almeno raddoppi
tutti i massimali da 3 a 6 milioni per la ricerca e sviluppo, da
1,5 a 3 milioni per l’innovazione tecnologica, e da 10 ad almeno
20 milioni per investimenti in beni strumentali 4.0”. (ANSA).
Fonte Ansa.it