(ANSA) – ROMA, 25 AGO – E’ morto a 91 anni Nik Spatari,
artista visionario, architetto calabrese che dalla sua Mammola
nel reggino, aveva vissuto e lavorato nella Parigi degli anni
d’oro , amico di Cocteau e Picasso, frequentatore di Sartre e Le
Corbusier. Dagli anni ’60 , dopo un periodo a Milano nel quale
aveva gestito una galleria, Spatari era tornato in Calabria,
dove ha fondato e dove gestiva insieme alla moglie Iske Maas ,
una fantasmagorica Casa Museo, il “MuSaBa” molto frequentato e
conosciuto.
A dare l’annuncio della morte di Spatari é stato il sindaco
di Mammola, Stefano Raschellà. «La nostra cittadina – ha scritto
Raschellà – si stringe addolorata attorno alla grande
personalità mammolese”.
A Spatari ha voluto rendere omaggio anche il sindaco
metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. “Nik
Spatari – ha scritto Falcomatà – è immortale. La sua opera
continuerà a parlarci di lui e le future generazioni sapranno
sempre e tutto del creatore del Parco Museo Santa Barbara. Oggi
piangiamo la morte dell’uomo. Dell’artista no. Quello non morirà
mai. Reggio, Mammola, la Calabria, l’Italia ed il mondo intero
perdono un brav’uomo; una persona che ha dedicato la propria
esistenza all’arte e alla bellezza, il più puro e semplice fra
gli scultori. Nik Spatari, nonostante bravura e spessore, non si
è mai sentito un artista arrivato. È stato sempre immerso nella
ricerca ingaggiando, ogni volta, una sfida fra l’essere umano e
la materia, lui che è stato allievo di Le Corbusier e che ha
scelto la sua Mammola a Parigi e Milano. Nik Spatari può
considerarsi fra gli esempi migliori del reggino innamorato
delle proprie radici. Nel suo paese d’origine ha dato vita al
Musaba, qualcosa di unico ed inimitabile, un luogo di amore e
passione che infonde uno spirito internazionale ad un posto
diventato tempio dell’arte contemporanea. Spinto dall’orgoglio
di essere nato tra il fiume Torbido ed il mare Jonio, Nik
Spatari si è sempre fatto forte dell’idea di aver scelto di
tornare a vivere in Calabria assieme alla sua Hiske. A lei,
adesso, va il nostro pensiero” (ANSA).
Fonte Ansa.it