La scuola va riaperta. Lo dice l’Oms e lo ribadisce il Cts. “L’Europa sta attraversando un momento complicato per la riapertura delle scuole”, ha detto il responsabile per l’area Hans Kluge che ritiene di vitale importanza la ripresa delle attività per i giovani “ai quali dobbiamo garantire un’istruzione adeguata in condizioni di sicurezza”.
“L’aumento dei contagi è previsto” spiega il coordinatore del Comitato per l’emergenza Covid-19 Agostino Miozzo, ancora alle prese con la certificazione delle misure di sicurezza perché la ripresa di settembre avvenga in sicurezza. “Potrebbe produrre un lieve incremento dell’indice di trasmissione come sta avvenendo all’estero, ma l’obiettivo è anche continuare a tenerle aperta”.
Distanziamento, mascherine e igiene
Prosegue Agostino Miozzo: “Nella nostra analisi i tre pilastri (distanziamento, mascherine e igiene) rimangono tali. E sono condivisi nell’intera comunità internazionale. Il distanziamento è fondamentale, ci siamo adeguati alle indicazioni dell’Oms che cita il metro come minimo. E’ importante sottolineare che la società italiana di pediatria dichiara che non esiste anche per bambini piccoli un problema nel vestire la mascherina, non è dannosa. Abbiamo dei riferimenti che abbiamo voluto definire, dai 6 anni in su”.
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Soprattutto sul bus. “Suggeriamo che nel movimento da casa a scuola, su mezzi pubblici o scuolabus, devono indossare la mascherina. Anche quando entrano a scuola. Una volta seduti in classe, confermato il distanziamento di un metro, possono toglierla”. Sopra i 10 anni, dalla scuola media fino all’università, “l’obbligo è di indossare la mascherina, sempre tenendo conto il principio del distanziamento. In quel caso potrà toglierla”, conclude. Resta valida, di fatto, l’indicazione dell’Oms sull’uso della protezione dai 12 anni in su (come per gli adulti) per limitare la diffusione di Covid-19. Mentre per gli insegnanti ed educatori è al vaglio l’adozione di mascherine con protezione trasparente “che consenta ai ragazzi di visualizzare il movimento labiale dell’insegnante”.
Scuolabus pieno massimo per 15′
La questione trasporti è ancora affidata al calcolo della permanenza a bordo. “Se si vuole riempire lo scuolabus deve essere ben predisposto un tempo al massimo di 15 minuti per il contatto stretto”. Una missione impossibile per molte delle grandi città, dove il tragitto casa-scuola spesso richiede più tempo sia su scuolabus che su autobus. “Sul trasporto pubblico locale abbiamo dato alcune indicazioni che stiamo formalizzando: necessità di aumentare il numero corse, riorganizzazione degli orari di ingressi e uscite per dilazionare gli orari di punta, disinfettanti a bordo dei mezzi di trasporto, sollecitazione all’uso della app Immuni”.
Intanto, arriva il via libera della Conferenza delle Regioni al documento con le “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”. Con qualche aggiustamento, in vista della conferenza unificata di domani per l’ok definitivo. Le preoccupazioni investono ancora le aule e i trasporti. “Abbiamo solo chiesto che nei servizi educativi per l’infanzia la didattica possa svolgersi a gruppi stabili, rimettendo ai singoli istituti la valutazione sulla loro dimensione”, – spiega il presidente del Molise, Donato Toma che ha presieduto l’incontro – “Ed abbiamo presentato anche una raccomandazione sulla didattica a distanza, per classi e per plesso nel caso, in cui si dovessero verificare cluster che ne impongano la riattivazione”.
Il documento approvato, predisposto dai ministeri competenti e da Iss e Inail, è una sorta di guida operativa destinata agli istituti scolastici per la gestione dei casi di bambini con segni/sintomi Covid-19 correlati e per la preparazione, il monitoraggio e la risposta a potenziali focolai collegati all’ambito scolastico e dei servizi educativi dell’infanzia attraverso modalità basate su evidenze e buone pratiche di sanità pubblica. Insomma, indicazioni operative condivise per evitare – come è scritto nel documento – ‘frammentazione e disomogeneità”.
La pandemia Covid-19 ha causato la più grande interruzione dei sistemi educativi nella storia, colpendo quasi 1,6 miliardi di studenti in più di 190 Paesi, ha ricordato Kluge dell’Oms.
Le scuole vanno dunque riaperte, considerando però prioritaria la vaccinazione delle fasce più esposte della società. “Sebbene le aule non abbiano svolto un ruolo importante nella diffusione del coronavirus, ci sono prove crescenti di giovani che infettano altre persone durante i momenti di aggregazione sociale. Per questo, le persone anziane devono proteggersi con una vaccinazione antinfluenzale all’avvicinarsi dell’inverno, una stagione che registra un tasso più elevato di mortalità”.
Fonte www.repubblica.it