BARCELLONA – Ronald Koeman si sarebbe, di certo, augurato un inizio migliore per la sua avventura al Barcellona. E già, perché mentre l’incerottata squadra catalana cominciava, a ranghi ridotti, la propria stagione, il tifoso medio blaugrana non se ne curava affatto, raccogliendosi, invece, religiosamente davanti al computer, alla televisione o alla radio con la speranza di ricevere buone notizie o, nel peggiore dei casi, con la pretesa di essere il primo a comunicare, su Whatsapp, al proprio gruppo di amici che “Messi è andato via dal Barça”. Ci vorrà, tuttavia, un altro po’ di pazienza. La sensazione, infatti, è che il passare lento, ma inesorabile dei giorni, tutti uguali e tutti caratterizzati dall’imbarazzante silenzio delle parti in causa, non fa altro che allontanare l’ipotesi, oramai remota, che Messi e il Barcellona possano arrivare a una stretta di mano.
Da un lato, il fuoriclasse argentino ha perso, in meno di una settimana, quasi tutto il vantaggio che aveva accumulato in 20 di onorato, onoratissimo servizio. Dall’altro, Bartomeu si ritrova a contare con il doloroso sostegno del popolo culé che sente di essere stato tradito dal proprio leader. Per capire come siano cambiate le cose all’ombra del Camp Nou basti pensare che il 73% dei tifosi che hanno partecipato all’inchiesta della tv catalana TV3 e il 79% di quelli che hanno risposto al sondaggio pubblicato sul sito di Mundo Deportivo ha chiaramente sottolineato che non ne vogliono sapere di “lasciar andar via Messi gratis”. Una posizione ribadita da Jordi Mestre, dirigente catalano che fino a qualche mese fa era il braccio destro di Bartomeu e che, dopo essersi dimesso perché non condivideva la politica del presidente, si ritrova al suo fianco: “Ormai è tardi per negoziare. Non ha senso firmare contratti se poi un giocatore può decidere di fare quello che vuole. I contratti devono essere rispettati perché sono firmati da entrambe le parti”.
Paradossalmente, nel momento in cui viene notificata al club, sempre ieri, la mozione di sfiducia portata avanti da chi ha fretta di liquidare l’attuale giunta direttiva, Bartomeu si sente forte come non mai. Sin dal suo insediamento – e sebbene sotto il suo mandato Luis Enrique (e Messi) sia riuscito a conquistare il secondo triplete della storia blaugrana – il presidente catalano non aveva mai avuto l’onore di rappresentare, come in questo momento, i sentimenti del barcelonismo e, più in generale, del calcio spagnolo, com’ha dimostrato il comunicato stampa attraverso il quale, ieri, la Liga ha preso le parti del Barcellona: “Se non paga la clausola, Messi non va da nessuna parte”. E, invece, l’impressione è che il futuro della Pulga sia già scritto e sia semplicemente in attesa di essere pubblicato: “Non avrei mai immaginato che Leo avrebbe deciso un giorno di lasciare il Barcellona”, ha ammesso il cugino del crack rosarino, Maximiliano Biancucchi Cuccittini. Men che meno avrebbe immaginato che sarebbe andato via in maniera traumatica, decidendo di non sottoporsi al test del tampone e, di conseguenza, di prendere parte all’allenamento di oggi. La prima, triste, sessione dei blaugrana agli ordini di Koeman che non avrà, probabilmente mai, il piacere di dirigere il migliore calciatore al mondo. Secondo alcuni, il miglior calciatore della storia: “Sono finiti i privilegi, da questo momento in poi dobbiamo pensare tutti al gruppo”, parole con le quali il tecnico olandese pretendeva convincere Messi a restare. Si sbagliava.Fonte www.repubblica.it